Il Consorzio Italiano Biogas (Cib) ha partecipato in forza alla 78esima edizione di Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, l’evento di riferimento per la zootecnia italiana che quest’anno vede una partecipazione importante delle aziende socie del Consorzio volte a supportare la diffusione della produzione di biogas utilizzando i reflui zootecnici e gli scarti agricoli, ottenendo gas metano rinnovabile e fertilizzanti.
«C’è stato un confronto importante con gli agricoltori e gli imprenditori del settore. I primi bandi biometanopartiti quest’anno hanno riportato risultati incoraggianti per il settore primario, dimostrando il ruolo strategicodell’agricoltura nel percorso di transizione – commenta Elisa Codazzi, responsabile Cib Service -. Resta, però, ancora molto da fare per raggiungere nei tempi gli obiettivi che il Paese si è posto con il PNRR. Inoltre, è necessario continuare a garantire lo sviluppo della produzione di energia elettrica rinnovabile, per non disperdere un patrimonio importante per i territori, contribuendo al conseguimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione».
Al momento, in Italia, il settore agricolo vede una produzione di 2,5 miliardi di metri cubi di gas rinnovabiledestinato soprattutto alla produzione elettrica e termica rinnovabile e, per una quota minoritaria, pari a circa 420 milioni di Smc, immesso in consumo come biometano nel settore dei trasporti.
Con le misure messe in campo dal Pnrr il settore può arrivare a produrre oltre 4 miliardi di mc di biometano da qui al 2026 offrendo un contributo importante agli obiettivi previsti con l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) che stima 6 miliardi di mc di biometano prodotto al 2030. E ancora di più si potrebbe fare utilizzando anche i fanghi da depurazione civile, attualmente smaltiti in discarica o negli inceneritori con un impatto ambientale non trascurabile.
Accanto agli scenari in ascesa del biometano, ci sono anche le prospettive future legate al biogas agricolo. Si tratta di un patrimonio significativo del nostro Paese che secondo i dati presentati dal CIB potrebbe raggiungereuna produzione pari a 3.200 GWh/anno al 2030, contribuendo al processo di decarbonizzazione, di economia circolare e di sviluppo di energia elettrica rinnovabile, soprattutto in questo periodo di crisi energetica. In questo contesto, si affianca un percorso improntato sul rispetto della sostenibilità ambientale. Una sfida importante per le aziende agricole e zootecniche che decidono di investire nelle bioenergie.
Secondo Lorella Rossi, responsabile Area tecnica del Consorzio Italiano Biogas, «la netta riduzione delle emissioni di gas serra rispetto alle fonti fossili che si vanno a sostituire, certificata da parte di un soggetto terzo indipendente, è ormai una strada obbligata affinché il settore agricolo possa esprimere tutto il suo potenziale ed essere accettato dall’opinione pubblica per l’ulteriore positivo ruolo che svolge come produttore di bioenergiain un modo perfettamente integrato con la produzione di cibo».
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