Inizia il nuovo corso di Confindustria con l’avvio della presidenza del cremasco Carlo Bonomi che promette una più dinamica e spigliata attività di promozione dell’economia e della manifattura italiana dopo la presidenza piatta del salernitano Vincenzo Boccia. Bonomi è stato eletto dall’assemblea privata che, con il suo voto all’unanimità (con una sola scheda nulla), ha concluso l’iter per la nomina, dopo la decisione del Consiglio Generale lo scorso 16 aprile.
Di seguito, ampi stralci del discorso d’investitura del neo presidente Bonomi dinanzi all’assemblea privata di Confindustria.
«Gli anni di mandato che mi aspettano in Confindustria, saranno quelli della sfida più impegnativa dal secondo dopoguerra – ha esordito Carlo Bonomi -. L’obiettivo è riconquistare in due o al massimo tre anni non solo i 9-10 o forse più punti di Pil, che si prevede l’Italia perda in questo 2020, ma anche i tre punti che a fine 2019 ancora ci separavano dal 2008. Dobbiamo porre al centro dell’agenda nazionale una visione di profonda e positiva discontinuità».
«Mi limito a tre considerazioni sull’enorme sforzo che ci attende. La prima considerazione riguarda lo Stato e la pubblica amministrazione. E’ fin troppo facile criticarli. Ma a noi imprenditori non interessa criticarli, vogliamo contribuire a cambiarli a fondo, in maniera strutturale. Da quando il Governo si è dato un semestre di poteri d’emergenza, abbiamo dovuto confrontarci con un’infinità di fonti normative che hanno prodotto nuove regole in migliaia di pagine – prosegue il neo presidente -. Solo ora, su nostra richiesta, lo Stato ha imboccato quella che sin dall’inizio era la via più rapida e naturale per sostenere impresa e lavoro: non prorogare i pagamenti, ma abbuonare le tasse, come avverrà per l’Irap».
«Non se ne esce, senza mutare radicalmente questo modo di procedere. E l’obiettivo deve essere uno Stato equilibrato nelle competenze, non antagoniste tra centro e autonomie; con un fisco che sia leva di crescita, non ostacolo al suo procedere; con un welfare concentrato davvero su chi ha meno e su giovani, donne e famiglie, lavoratori a minor reddito e quelli da riorientare al lavoro. Riforme di questa portata – sottolinea Bonomi – vanno inquadrate in un credibile programma di riduzione strutturale del maxi debito pubblico italiano, che ha continuato e continuerà a renderci il Paese Ue più esposto ai venti di ogni crisi».
Per Bonomi «alla prossima legge di bilancio occorrerà dunque un credibile piano di rientro del debito a cui vincolare il sostegno europeo per continuare a ricevere gli ingenti investimenti di cui l’Italia avrà bisogno per anni. Ingenti risorse, che la Ue sta mettendo a disposizione e che vanno usate».
Il neoleader degli industriali ribatte sulla «nostra visione per riprendere il cammino dello sviluppo. In questi mesi, abbiamo di nuovo avvertito un forte pregiudizio anti imprese. Daremo la miglior risposta con il nostro Piano Strategico 2030/50, che presenteremo alle istituzioni, alla politica e a tutte le forze della società civile il prossimo autunno, prima della legge di bilancio».
«Per riprendere la via degli investimenti senza i quali non c’è futuro, due sono i caposaldi: la ripresa e il potenziamento di Industria 4.0 e l’affiancamento di analoghi incentivi per Fintech 4.0., rilanciando. Su questi pilastri, nel Piano Strategico 2030-2050 proporremo di concentrare le risorse delle nostre imprese su alcune priorità essenziali. Investimenti in innovazione e ricerca, capitale umano, sostenibilità ambientale e sociale delle nostre produzioni, nuove forme organizzative e contrattuali, qualificazione e sostegno alle filiere dell’export. Rispetto a questo – spiega Bonomi – dovremo chiedere alla politica di raddoppiare gli investimenti pubblici che essa ha tagliato negli anni privilegiando la spesa corrente».
A chiudere l’intervento, Bonomi ponte «un’ultima considerazione che riguarda noi imprenditori. Serve da oggi stesso uno sforzo di dedizione assoluta. Le dure recessioni italiane ci hanno insegnato che le vittime della crisi rappresentano per la politica, purtroppo, una preda ambita: una vasta platea da illudere elettoralmente che solo lo Stato potrà dal loro risposte di reddito e lavoro e che a questo fine lo Stato deve estendersi sempre di più e tornare gestore dell’economia, raccogliendo sempre più tasse. A noi toccherà continuare a dire no: reddito e lavoro a milioni di italiani possono darlo solo le imprese e i mercati, gli investimenti e l’equilibrio della finanza pubblica. Lo faremo con la nostra unità e con la forza delle nostre proposte concrete. Senza alcuna tentazione di sostenere questo o quel partito. E senza mai pensare neanche per un istante a diventare noi, un partito. Diamoci tutti una mano, e sono certo che ci riusciremo».
Classe 1966, presidente di Assolombarda dal 2017, membro del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia, del Cda di Ispi e Bocconi, imprenditore del settore biomedicale attraverso il gruppo Synopo, Carlo Bonomi è nato a Crema. Ha iniziato la sua carriera nella multinazionale della diagnostica in vitro e proseguito ricoprendo incarichi in società di ricerca pubbliche e private. La sua crescita professionale parte dalla Sidam, azienda principale del gruppo Synopo nata come realtà familiare a Mirandola, in provincia di Modena, assumendo via via un profilo più ampio. Bonomi presiede il consiglio d’amministrazione della Synopo Spa, società che opera nel settore della strumentazione e dei consumabili per neurologia, e delle società da essa controllate, come la Sidam, che si occupa della produzione di consumabili nella diagnostica per liquidi di contrasto, e BTC Medical Europe srl, impegnata nella produzione di consumabili utilizzati in oncologia ed emorecupero post operatorio. Bonomi è presente anche nel consiglio d’amministrazione di Ocean srl e Marsupium srl.
Dal 2009 al 2017 ha ricoperto diversi incarichi in Assolombarda: prima il ruolo di consigliere incaricato per ricerca, innovazione e agenda digitale e poi vicepresidente di Gianfelice Rocca con delega a credito e finanza, fisco, organizzazione e sviluppo. Nel 2016 il consiglio di presidenza di Confindustria l’ha nominato presidente del Gruppo tecnico per il fisco. È membro del consiglio generale di Confindustria e del consiglio di presidenza di Confindustria Lombardia. L’elezione alla guida degli industriali milanesi di Carlo Bonomi è arrivata il 12 aprile 2017, battendo lo sfidante Andrea Dell’Orto. Una scelta, fu detto allora, in continuità con il passato, visto il suo ruolo al fianco di Rocca. La sua campagna elettorale fece leva sul clima “anti-Roma”, tendenza molto diffusa tra gli industriali lombardi, e il suo mandato non se ne è discostato, non mancando occasione di criticare i governi Conte I e II.
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