La XVI edizione ha visto la partecipazione di numerosi espositori del NordEst
La XVI edizione di Cibus si è chiusa alla presenza di 12.000 acquirenti ed operatori commerciali esteri, di cui 1.300 direttamente selezionati, ospitati e gestiti da Fiere di Parma. I visitatori sono stati 63.000 e i giornalisti accreditati circa mille. Molto alta la soddisfazione delle 2.300 aziende espositrici: secondo un primo sondaggio svolto da Federalimentare, l’80% degli intervistati si è detto molto soddisfatto e il 10% soddisfatto.
“Credo che la capacità di Fiere di Parma di proporsi come soggetto aggregante – commenta l’amministratore delegato Antonio Cellie – sia l’elemento chiave per capire il lavoro che stiamo svolgendo da 3 anni e culminato con questo Cibus dei record. Un ruolo collaborativo e federante per dialogare con tutti i soggetti virtuosi: da Federalimentare ad Anuga, dai Consorzi di Promozione (alcuni dei quali hanno addirittura la sede nel quartiere) a Slow Food, dall’ICE alle Camere di Commercio. Ne è nato un lavoro di squadra vincente. Come è stato quello fra gli azionisti, amministratori e management. Ora il ‘Made in Italy’ alimentare ha una fiera unica e vincente finalmente con un quartiere all’altezza”.
Innumerevoli le novità di prodotto presentate al salone nei settori dei salumi e delle carni, del lattiero-caseario, del pomodoro e della gastronomia in genere, caratterizzate da una accentuata ricerca della qualità, nei segni distintivi dell’italianità del prodotto (importanti anche per l’export), nella creazione di linee più salubri, quindi con meno grassi, meno sale etc, fino a quelli di rapida cottura o già pronti.
Positivo anche il bilancio delle nuove aree che hanno debuttato a Cibus: il surgelato, la distribuzione automatica, i microbirrifici artigianali.
Circa 30 aziende del surgelato hanno partecipato a “Frozen Food” per esporre i propri prodotti che sono commercializzati in un mercato domestico non ancora del tutto maturo di fronte a una scelta, quella del consumatore di acquistare cibi surgelati, che in altre nazioni è invece stata assimilata tempo fa. Non a caso, l’export del surgelato italiano viaggia a gonfie vele.
Hanno destato grande interesse le “macchinette” della distribuzione automatizzata nell’area del “Vending”, – a Cibus ribattezzate le I-Machines – che hanno ormai oltrepassato la fase della distribuzione di caffè e acqua minerale per proporre anche panini e cibi freddi, ma anche caldi, ed ogni tipo di merceologia. A Cibus le aziende del vending hanno lanciato il messaggio di una sempre maggiore collaborazione di questo settore con la grande distribuzione.
I microbirrifici, una realtà crescente in Italia con quasi 500 produttori, hanno destato grande interesse presso gli operatori per un’offerta qualificata dal gusto, dall’immagine accattivante, specie per i giovani, e dal contenuto artigianale associato ad una idea di genuinità e salubrità.
La presenza di 350 aziende del biologico ha garantito il successo di Cibus relativamente a questo comparto che cresce a ritmi vertiginosi, portando la manifestazione fieristica ai vertici delle fiere bio, seconda solo a quella di Norimberga.
La ristorazione fuori casa, dai pubblici esercizi alla ristorazione collettiva passando per quella delle stazioni del trasporto stradale, aereo e navale, si è schierata con 30 aziende del comparto nel Food Service Lounge, visitata dai più importanti operatori commerciali.
Soddisfazione anche tra le 258 aziende espositrici del dolciario che hanno testimoniato la vitalità di un comparto che mantiene le proprie vendite sul mercato interno ed è al primo posto nell’export dei prodotti alimentari italiani, facendo registrare +4,6% in volume e + 8,2% in valore, per un valore complessivo di circa 3 miliardi di euro.
L’interesse crescente degli italiani per un’alimentazione che sia sana ed equilibrata si è riverberata su “Pianeta Nutrizione” che ha visto lo svolgersi di diversi convegni sul tema, cui hanno partecipato medici, dietisti, nutrizionisti ed esperti ed ha visto la partecipazione di circa 60 aziende che propongono prodotti salutisti e dietetici.
I buoni presupposti del Cibus 2012 si erano già visti nella giornata inaugurale, con la presenza del ministro delle politiche agricole, Mario Catania, che ha anticipato come la cosiddetta “food tax” probabilmente non si farà ed anche il temuto aumento dell’Iva in autunno potrebbe saltare o quanto meno essere ridotto: “il governo non va verso l’imposizione della Food Tax, non c’e’ alcuna decisione in tal senso. Sono convinto che non ci sarà una tassazione a 360 gradi di quello che impropriamente viene identificato come junk food”. Per quanto riguarda l’aumento dell’Iva il nostro impegno è volto per il rinvio, o quanto meno, l’attenuazione” di questa misura fiscale”.
La giornata inaugurale di Cibus 2012 ha visto anche la presentazione dell’accordo sottoscritto tra dall’amministratore delegato di Fiere di Colonia, Gerald Bose, e dell’amministratore delegato di Fiere di Parma, Antonio Cellie, che prevede la collaborazione tra le due realtà di punta del panorama fieristico alimentare internazionale per andare assieme sui nuovi mercati, specialmente quelli asiatici, a cominciare dalla collettiva Anuga/Cibus alla fiera alimentare thailandese Thaifex nel 2013.
Alla inaugurazione di Cibus è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, auspicando “che dalla crisi che sta colpendo l’agricoltura e l’industria possa nascere un’Italia diversa dove si dia la giusta importanza ad un settore, come l’agroalimentare, che deve essere primo non solo in Italia, ma anche nel Mondo”. Sia Guidi che Catania hanno sottolineato l’importanza di una maggiore collaborazione tra i protagonisti della filiera: agricoltura, industria alimentare, grande distribuzione. “Si deve tornare a crescere – ha dichiarato il presidente di Federalimentare aprendo la assemblea dell’associazione tenutasi oggi a Cibus – ma non vanno in tale direzione l’ulteriore aumento dell’Iva, l’introduzione di una ‘food tax’ dannosa e discriminatoria o l’ipotesi di istituire un deposito cauzionale sugli imballaggi”.
Federalimentare ha anche auspicato un rilancio operativo dell’ICE, Istituto del Commercio Estero, incrementando la quota del Piano Promozionale 2012 destinata al settore alimentare, portandola dal 7% al 12-15%.