Centro studi Confindustria: crescono i rischi per l’andamento del Pil

Caro energia e crescita rapidissima dei contagi tra i principali fattori di zavorramento dell’economia nel IV trimestre 2021. 

0
501
Economia italiana debole Pil Italia 2024 Indice RTT pil italia Previsione economia Italia economia italiana economia in rallentamento Centro studi Confindustria economia italiana Involuzione della situazione economica economia italiana frena pil 2023 Reddito reale delle famiglie produzione industriale economia italiana

Secondo l’analisi del Centro studi Confindustria, nel IV trimestre si conferma una frenata dell’economia italiana: preoccupano la scarsità di materie prime, i prezzi alti dell’energia, i margini erosi, l’aumento dei contagi. Ma l’andamento di risalita dovrebbe proseguire: dopo il rimbalzo del III trimestre (+2,7%), il PIL italiano è a -1,3% dal livello pre-Covid (da un minimo di -17,9%) ed è previsto completare il recupero a inizio 2022, che comunque è ancora sotto – unico tra i grandi paesi – al livello della crisi finanziaria del 2009.

Industria: rischi da energia

Lo scenario per la manifattura sarebbe favorevole secondo il Centro studi Confindustria: a novembre il PMI è salito ulteriormente (62,8 da 61,1), indicando espansione, grazie agli ordini in aumento. Tuttavia, l’impennata abnorme del prezzo europeo del gas e dell’elettricità in Italia (+572% a dicembre sul pre-crisi), se persistente, mette a rischio l’attività nei settori energivori. Anche perché si somma alla scarsità e ai rincari di vari input produttivi. Si registrano primi impatti sulla produzione industriale in Italia (-0,6% in ottobre, dopo la frenata nel III trimestre), come già accaduto in Germania e Francia.

Servizi: rischi da contagi

Il PMI dei servizi ha recuperato a novembre (55,9 da 52,4), confermando che la risalita sta proseguendo. Per il turismo il recupero fino a ottobre è molto parziale (-22,9% i viaggi di stranieri in Italia dal 2019). In questo settore i rischi vengono dalla nuova ondata di contagi, che tiene alta l’incertezza e la prudenza delle famiglie, anche se finora le limitazioni restano moderate.

Più incertezza sugli investimenti. Gli investimenti sono già oltre i valori pre-crisi (+6,9% nel III trimestre), grazie al contributo delle costruzioni. La loro espansione è attesa proseguire nel IV trimestre, grazie al traino di PNRR e incentivi. Tuttavia, la risalita di quelli in macchinari e attrezzature potrebbe essere frenata dai margini esigui delle imprese e dal contesto di nuovo molto incerto.

Export ripartito

L’export italiano di beni (+2,5% sopra il pre-crisi nel III trimestre) è rimbalzato in ottobre (+1,5% in valore), dopo il calo di settembre. A inizio IV trimestre il livello è superiore al 3° in valore (+0,8%), ma inferiore in volume (-0,8%); ciò riflette il balzo dei prezzi di beni intermedi ed energia. In espansione le vendite intra-UE (+2,3% sul III), in calo le extra-UE (-0,8%), in particolare verso UK, Russia, Svizzera. Le indicazioni per fine 2021 restano positive, ma in un quadro incerto: robusta espansione della domanda, secondo gli ordini manifatturieri esteri, ma persistenti colli di bottiglia nelle forniture.

Dipendenti ai livelli pre-crisi.

L’occupazione è aumentata in ottobre (+35.000 unità), confermando lo scenario positivo del mercato del lavoro nel 2021: il numero di occupati, al minimo a gennaio 2021, ha da allora recuperato buona parte della caduta (+625.000), ma registra ancora un gap (-217.000 da fine 2019). I lavoratori dipendenti hanno recuperato i livelli pre-Covid, anche quelli permanenti, ma gli indipendenti continuano a calare, ampliando una contrazione iniziata già prima della crisi.

Inflazione molto eterogenea

La dinamica dei prezzi al consumo è alta e radicata negli USA (+5,0% annuo, +4,1% quella core al netto di energia-alimentari). Nell’Eurozona (+4,9%) la situazione è migliore, perché la core è salita poco (+2,6%). Il quadro è diversificato tra paesi: in Italia, con l’energia alle stelle (+30,7%), l’inflazione è salita meno (+3,8%) e quella core quasi per nulla (+1,3%); la Germania subisce l’aumento maggiore (+6,0% e +4,1%). Il Giappone è fuori dal coro: l’inflazione è ostinatamente bassa.

Tassi: cambio di rotta FED, non BCE

La decisione FED, a novembre-dicembre, di ridurre rapidamente gli acquisti di titoli, fa presagire un aumento dei tassi ufficiali USA nel 2022. Invece, la BCE si mantiene su una policy molto espansiva, avendo deciso a dicembre solo piccoli aggiustamenti del sentiero degli acquisti. Buona notizia per l’Italia, paese ad alto debito: il BTP resta basso e stabile (0,91% a dicembre).

Eurozona: scenario incerto

La produzione industriale dell’area in ottobre, secondo il Centro studi Confindustria, è salita in modo rilevante, anche se meno delle attese (+1,1% da -0,2%), grazie al rimbalzo (+2,8%) di quella tedesca dopo quattro cali in cinque mesi. Anche le vendite al dettaglio sono risalite (+0,2% da -0,4%). Ma a dicembre il PMI manifatturiero, pur sopra i 50 punti, è diminuito (58,0 da 58,4) e peggio è andata per il PMI nei servizi (53,3 da 55,9). Inoltre, a dicembre la fiducia delle imprese è peggiorata (13,5 da 18,3, indice Sentix).

Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.

Telegram

https://t.me/ilnordest

Twitter

https://twitter.com/nestquotidiano

Linkedin

https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/

Facebook

https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/

© Riproduzione Riservata