Quanto incide il caro tassi sui mutui erogati dalle banche italiane? E a quanto ammonta il credito al consumo? Quante sono le famiglie indebitate? E come sono cambiate le rate dei vari tipi di finanziamento alla luce dell’aumento del costo del denaro dalla Banca centrale europea, con 10 rialzi in 14 mesi?
Lo scorso 14 settembre è stato deliberato l’ultimo aumento del costo del denaro, innalzando il caro tassi di un quarto di punto percentuale, portando il tasso base dal 4,25% al 4,5%. Dopo 10 rialzi consecutivi, nelle successive riunioni di fine 2023 e di inizio 2024, la Bce ha lasciato il caro tassi fermo, lasciando ipotizzare che nella riunione del 6 giugno possa essere finalmente avviata l’auspicata riduzione che secondo le previsioni potrebbe aggirarsi a mezzo punto.
L’impatto sui mutui immobiliari è stato comunque assai rilevante. Di seguito, alcuni dati e previsioni elaborate dalla Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani, su come è mutato il credito alle famiglie italiane, come sono già cambiati e come potrebbero evolvere i tassi d’interesse.
Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di abitazioni ammontava, a fine marzo 2024, a 423,4 miliardi di euro, in crescita di circa 33 miliardi rispetto a fine 2020 (+9%), ma in calo di 3 miliardi rispetto a fine 2022 (-1%). Sul totale di 423,4 miliardi erogati, circa un terzo, cioè 144 miliardi, è a tasso variabile e i restanti 279 miliardi sono a tasso fisso.
Sul totale di 25,7 milioni di famiglie italiane, quelle che hanno un mutuo acceso sono circa 3,5 milioni, su complessivi 6,8 milioni di cittadini indebitati anche con altre forme di finanziamento, come il credito al consumo e i prestiti personali.
Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 244 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, in leggero calo con i valori di fine 2020 e in progressivo rallentamento rispetto alla tendenza degli ultimi mesi, segno dell’incidenza negativa dell’aumento dei tassi d’interesse registrato a partire da luglio 2022.
Le rate dei vecchi mutui a tasso fisso, cioè quelli erogati fino alla fine del 2021/inizio 2022, non cambiano e resteranno intatte fino al termine del piano di rimborso. Discorso diverso per le rate dei vecchi mutui a tasso variabile che sono cresciute fino al 78% in più: vuol dire che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 890 euro, ovvero 390 euro in più; è molto probabile che, alla luce della decisione di giugno della Bce, le rate dei vecchi mutui a tasso variabile possano iniziare una progressiva discesa, anche se è difficile, al momento, indicare una traiettoria precisa.
A partire da luglio 2022, i nuovi mutui a tasso fisso sono passati da un interesse medio di circa l’1,8% anche fino a oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, sulla base delle offerte delle banche, erano anche più che raddoppiate. Negli ultimi mesi, le banche hanno iniziato una progressiva riduzione dei tassi praticati alle famiglie con una media dei tassi fissi che è scesa al 3,69% a marzo 2024. La riduzione è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile, con la media stabile sopra il 4%.
Nel corso del 2023, i nuovi mutui a tasso variabile erano arrivati anche oltre il 6% dallo 0,6% di fine 2021, oggi la media è pari al 3,67%: vuol dire che per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più (+77,4%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni prima ovvero 665 euro.
La simulazione di un mutuo “prima casa” da 200.000 euro della durata di 25 anni nel caso di un tasso fisso al 3,69% la rata mensile sarà di 1.032 euro, mentre nel caso di un tasso variabile al 5,25% la rata mensile sarebbe di 1.212 euro. Il risparmio tra i due scenari ammonta a 180 euro al mese, 2.162 euro l’anno per un risparmio complessivo in 25 anni di 54.044 euro (-14,9%).
Ora gli effetti del caro tassi nel caso di acquisti di beni durevoli, come automobili o elettrodomestici. A fine 2021 il tasso d’interesse medio era dell’8,1%, per impennarsi progressivamente fino al 14,55%. Oggi la media è scesa all’8,93%.
In una simulazione relativa all’acquisto di un’automobile del valore di 25.000 euro interamente a rate, con un finanziamento da 10 anni, il costo totale è passato da 37.426 euro di fine 2021 a 48.961 euro di fine 2023, mentre oggi è sceso a 38.835, con un risparmio complessivo di 10.126 euro (-20,7%) rispetto ai tassi di fine 2023.
Nel caso dell’acquisto di una lavatrice da 750 euro interamente a rate, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro di fine 2021 a 1.106 euro di fine 2023, mentre oggi è sceso a 962 euro con un risparmio complessivo di 144 euro (-13,1%) rispetto ai tassi di fine 2023.
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