Nell’autotrasporto, monta la rabbia e il caro carburanti è la goccia che potrebbe far traboccare il vaso. A lanciare l’allarmesono le associazioni nazionali dell’autotrasporto che, unite sotto la sigla Unatras, hanno scritto una lettera preoccupatissima al Governo, al quale chiedono di andare «oltre l’indifferenza» dando risposte concrete già dall’incontro fissato per il 17 febbraio prossimo.
«Quello che si è abbattuto sul mondo dell’autotrasporto è un ciclone spaventoso. Il malcontento è diffuso nei territori tra le imprese e sta generando fenomeni di rabbia che rischiano di sfociare in proteste incontrollate», avvertono le associazioni.
«C’è il rischio concreto che sia più conveniente spegnere i motori anziché continuare a viaggiare – spiega Unatras -. La situazione è allarmante. Tanto che la nostra presidenza, al termine della riunione di questa mattina, ha deliberato lo svolgimentonelle prossime settimane di una serie di manifestazioni unitarie di autotrasportatori su diverse aree del territorio nazionale. Iniziative che, in assenza di impegni precisi da parte dell’esecutivo, non potranno che essere propedeutiche ad azioni di autotutela della categoria, non esclusa la proclamazione di un fermo dei servizi».
Per Unatrans «migliaia di operatori sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti, che negli ultimi mesi ha viaggiato “a mille” e non accenna a placarsi. Gli aumenti vertiginosi delle materie prime, di luce e gas, infatti riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso, ma anche l’additivo AdBlue per i veicoli più moderni e il GNL (gas naturale liquefatto). Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25% in un anno, con maggiori costi per oltre 535 milioni di euro che l’autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende».
Unatras ricorda che oltre l’80% delle merci in Italia viaggia su gomma e chiede un intervento urgente che stemperi la tensionefavorendo le condizioni per una soluzione dei problemi attraverso provvedimenti economici di sostegno alla categoria, quali crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti, attingendo dal “tesoretto” che ha incassato il fisco sull’Iva pagata per le accise, la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l’aumento del gasolio e la ripubblicazione aggiornata da parte del MIMS dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Telegram
https://twitter.com/nestquotidiano
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/
© Riproduzione Riservata