Il prezzo dei carburanti torna a salire a lambire quota 2 euro (e al servito in autostrada è già ampiamente sopra tale soglia) e i consumatori chiedono l’intervento del governo Meloni che non si tira indietro:
Il vicepremier Matteo Salvini ha aperto ad un intervento sulle accise, mentre al ministero delle Imprese e del “Made in Italy” si è tenuto un nuovo tavolo di confronto con i gestori dei distributoridei carburanti.
«L’accordo tra tutti – rivela Salvini – è che se il prezzo dei carburanti tornasse a salire come nella scorsa estate sopra i 2 euro, si interverrà; se si arrivasse a quell’aumento, il governo interverrà con un blocco come è stato già fatto l’anno scorso. Se anche dovesse ricomparire, per crisi energetiche internazionali, il governo interverrà con un taglio delle accise, mi sembra evidente».
Al tavolo al ministero, Urso fa presente che si sta lavorando a un provvedimento organico per il riordino settore; coinvolti in questa partita sono anche il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il ministero dell’Economia e il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
Il governo Meloni dovrebbe prendere in considerazione anche lo scenario turistico, perché dal livello dei prezzi del carburante dipende anche l’appetibilità della destinazione Italia, specie in previsione dell’avvio della stagione 2023: buona parte del boom turistico della scorsa estate si è dovuta proprio alla competitività italiana dei carburanti, scesi con il taglio di 30 centesimi delle accise dalle posizioni di vertice europeo del caro benzina e gasolio a posizioni di mediaclassifica, mentre ora si è riposizionato ai vertici europei del caro carburanti.
Per rilanciare strutturalmente l’economia, a partire da quella turistica su cui il governo punta una buona parte della ripresa economica diffusa, e per tenere fede a parte delle promesse elettorali della coalizione di centro destra, serve rendere strutturale il taglio delle accise sui carburanti, perché i costi del provvedimento sono ampiamente recuperati dal raffreddamento dell’inflazione e dal rilancio dell’economia in generale, contribuendo anche a ridurre il divario di costi esistente tra le popolazioni urbanizzate e quelle delle località disagiate, a partire da quelle di montagna, che per la minore disponibilità di servizi in loco devono spostarsi più frequentemente con mezzi privati.
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