Boom del riciclaggio economico: +303% negli ultimi 5 anni

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Pressoché stabile la crescita dell’usura e delle estorsioni. La Cgia stila la mappa della criminalità economica presente nel Paese. NordEst area virtuosa

Nel 2011 le segnalazioni di operazioni di riciclaggio sospette eseguite da intermediari finanziari (in primis le banche che ne hanno compiute quasi l’80% del totale), verso l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia hanno toccato le 48.344 unità e rispetto a 5 anni prima la crescita è stata del +303,3%. La denuncia viene dalla Cgia di Mestre che lancia l’allarme: per Giuseppe Bortolussi, segretario dell’organizzazione artigiana mestrina, “a seguito della recessione economica in atto corriamo il pericolo che le organizzazioni criminali riciclino i proventi delle loro attività illegali nei settori economici maggiormente colpiti dalla crisi. Infatti, mai come in questo momento interi settori produttivi manifestano una preoccupante vulnerabilità dovuta alla forte contrazione nell’erogazione del credito attuata dalle banche in questi ultimi tempi”.

A livello territoriale, la regione più a rischio infiltrazioni è la Lombardia che solo nel 2011 ha ricevuto ben 8.778 segnalazioni. Segue il Lazio con 6.350 e la Campania con 6.128. “Con il riciclaggio – prosegue Bortolussi – avviene la reintroduzione del denaro proveniente da reati nell’economia legale, al fine di dissimularne o occultarne l’origine illecita. Questo fenomeno non danneggia solo

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l’economia legale, perché ne altera le normali condizioni concorrenziali dei mercati, ma rischia di diventare un pericolo gravissimo per l’efficienza e la stabilità dell’intero sistema finanziario”.

La Cgia ricorda che la UIF effettua approfondimenti sulle segnalazioni di operazioni sospette e le trasmette, arricchite dell’analisi finanziaria, al Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza (NSPV) e alla Direzione investigativa antimafia (DIA). Solo qualora le segnalazioni siano ritenute infondate la UIF le archivia. L’analisi è proseguita valutando l’andamento delle denuncie per usura e per estorsione avvenuto negli ultimi anni. La crescita percentuale, tra il 2006 e il 2010, è stata del +10,6%. Nell’ultimo anno in cui le statistiche sono disponibili (2010), il numero complessivo delle denunce ha toccato le 6.366 unità. Va sottolineato che dopo il picco massimo raggiunto nel 2007, negli anni successivi il numero complessivo delle denuncie risulta essere in calo.

Per Bortolussi “dimensionare l’usura solo attraverso il numero delle denunce non ci permette di misurare con efficacia il fenomeno. L’usura rimane in larga parte sommersa e quindi leggibile con difficoltà. Per questo abbiamo messo a confronto ben 8 sottoindicatori per cercare di dimensionare con maggiore fedeltà questa piaga. Tuttavia, quello che forse pochi sanno – conclude Bortolussi – sono le motivazioni per le quali molte persone cadono nelle mani degli strozzini. Oltre al perdurare della crisi, per gli artigiani, i commercianti ed i piccoli imprenditori sono le scadenze fiscali a spingerli a ricorrere a forme di finanziamento illegali. Per i disoccupati o i lavoratori dipendenti, invece, sono i problemi finanziari che emergono dopo brevi malattie o infortuni.”

Ritornando alla metodologia di calcolo di questo indicatore, si evince che nelle aree dove ci sono più disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiori sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti la situazione è decisamente a rischio. Rispetto ad un indicatore nazionale medio stabilito dagli esperti della Cgia pari a 100, il tasso di usura rilevato in Campania, a cui spetta la maglia nera, è di 166,3 (pari al 66,3% in più della media nazionale), seguono la Calabria, con il 144,6 (44,6 punti in più rispetto al dato medio nazionale), il Molise, con il 142,8 (42,8% in più rispetto la media Italia), la Sicilia con 139,2 (39,2% in più della media Italia), la Basilicata col 135,1 (35,1% in più della media nazionale). Mentre le realtà meno a rischio, o quasi, dall’azione dei “cravattari” sono il Veneto, con un indice di rischio usura pari al 77 (23% in meno della media nazionale). Seguono l’Emilia Romagna, con 76,7 (23,3% in meno della media Italia), il Friuli Venezia Giulia, con 65,6 (34,4% in meno della media Italia), la Valle d’Aosta, con il 53,8 (46,2% in meno del dato medio Italia) e il Trentino Alto Adige, con 53 (47% in meno della media nazionale).

Segnalazioni di riciclaggio da intermediari finanziari (*)

2007

2008

2009

2010

2011

Var. %

2007/2011

11.987

14.069

20.536

36.824

48.344

+303,3

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati UIF

(*) Effettuati da banche, intermediari finanziari ex art. 106, 107 e 155 del testo unico bancario, poste, istituti di moneta elettronica, imprese ed enti assicurativi, società fiduciarie, SGR, SIM e altri.

Denunce per usura e estorsione

2006

2007

2008

2009

2010

Var. %

2006/2010

Denunce per usura

353

382

375

464

374

+5,9

Denunce per estorsione

5.400

6.545

6.646

6.189

5.992

+10,9

TOTALE

5.753

6.927

7.021

6.653

6.366

+10,6

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Segnalazioni di riciclaggio da intermediari finanziari (SOS di riciclaggio) (*)

Rank

Regioni

Anno 2009

Anno 2011

Var. % 2011/2009

1

LOMBARDIA

5.659

8.778

+55,1

2

LAZIO

3.046

6.350

+108,5

3

CAMPANIA

1.801

6.128

+240,3

4

EMILIA ROMAGNA

1.425

4.343

+204,8

5

PIEMONTE

1.448

3.714

+156,5

6

TOSCANA

1.702

3.546

+108,3

7

VENETO

1.244

2.903

+133,4

8

MARCHE

461

2.550

+453,1

9

SICILIA

633

2.287

+261,3

10

PUGLIA

704

1.948

+176,7

11

LIGURIA

339

1.217

+259,0

12

CALABRIA

541

1.135

+109,8

13

ABRUZZO

367

892

+143,1

14

FRIULI VENEZIA GIULIA

376

622

+65,4

15

SARDEGNA

243

614

+152,7

16

TRENTINO ALTO ADIGE

193

490

+153,9

17

UMBRIA

164

455

+177,4

18

BASILICATA

84

171

+103,6

19

MOLISE

87

101

+16,1

20

VALLE D’AOSTA

19

100

+426,3

ITALIA  

20.536

48.344

+135,4

(*) Effettuati da banche, intermediari finanziari ex art. 106, 107 e 155 del testo unico bancario, poste, istituti di moneta elettronica, imprese ed enti assicurativi, società fiduciarie, SGR, SIM e altri.

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati UIF Banca d’Italia

INDICE DEL RISCHIO DI USURA 2011

Dato medio ITALIA = 100

CLASSIFICA

REGIONI

INDICE DEL RISCHIO DI USURA

LIVELLO

1

Campania

166,3

Molto alto

2

Calabria

144,6

Molto alto

3

Molise

142,8

Molto alto

4

Sicilia

139,2

Alto

5

Basilicata

135,1

Alto

6

Puglia

133,0

Alto

7

Abruzzo

131,5

Alto

8

Lazio

115,3

Alto

9

Sardegna

107,3

Medio

10

Umbria

95,4

Medio

11

Marche

94,0

Medio

12

Toscana

91,9

Medio

13

Piemonte

85,4

Medio

14

Liguria

84,1

Medio

15

Lombardia

82,0

Medio

16

Veneto

77,0

Basso

17

Emilia-Romagna

76,7

Basso

18

Friuli-Venezia Giulia

65,6

Basso

19

Valle d’Aosta

53,8

Basso

20

Trentino-Alto Adige

53,0

Basso

Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati ISTAT, Banca d’Italia e Infocamere