Bankitalia: restano sfavorevoli giudizi imprese sull’economia italiana

I prossimi tre mesi sono all’insegna della riflessività e dell’attesa degli scenari internazionali.

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Nel secondo trimestre del 2023, i giudizi delle imprese italiane sulla situazione economica generale «restano complessivamente sfavorevoli» afferma Bankitalia sulla base dell’indagine condotta tra il 22 maggio e il 12 giugno presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti.

Secondo Bankitalia, «si è verificato un generale deterioramento delle valutazioni nell’industria in senso stretto, a fronte di una tenuta nei servizi e di un lieve miglioramento nelle costruzioni. Le aspettative sulle proprie condizioni operative per i prossimi tre mesi sono peggiorate per le aziende nell’industria in senso stretto, a fronte di attese in miglioramento nei servizi e nelle costruzioni».

Dall’indagine emerge inoltre che «l’impulso della domanda, che aveva sostenuto l’attività nel primo trimestredell’anno, si è affievolito – sottolinea Bankitalia – si sono indebolite anche le attese sulla domanda, sia totale sia estera, nei prossimi mesi. Nonostante le condizioni per investire siano ritenute sfavorevoli, in particolare per le imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi, le aziende continuano a prefigurare un’espansione degli investimenti nell’anno in corso. Le prospettive dell’occupazione per i prossimi tre mesi rimangono positive».

Le attese sull’inflazione al consumo si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali, attestandosi al 5,8% sui 12 mesi e al 5 e 4,5% sugli orizzonti rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni. «La dinamica dei prezzi praticatidalle imprese rimarrebbe sostenuta nei prossimi 12 mesi, pur nel complesso in attenuazione» spiega Bankitalia.

I principali freni alle prospettive di crescita continuano a essere l’incertezza economica e politica e, «seppur in misura nettamente minore rispetto al 2022, l’andamento del prezzo del petrolio. La quota di imprese che giudica invariate le condizioni di accesso al credito – si legge nell’indagine – è aumentata, al 78,4 dal 76,6 nel trimestre precedente, riflettendo principalmente il calo della quota di chi le considera in peggioramento. La posizionecomplessiva di liquidità nei successivi tre mesi continua a essere ritenuta almeno sufficiente da poco più del 90% delle aziende».

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