Bankitalia: conferma le stime, l’inflazione 2023 giù al 6,5%

Primi segnali allentamento pressione. Migliorano le stime sul Pil: nel 2022 +3,9%, 2023 a +0,6%.

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Economia Trentino Alto Adige bankitalia

Bankitalia conferma le stime di inflazione per il 2023 che rallenterà, dal 9% del 2022, al 6,5%, mentre nel 2024 rivede al rialzo le previsioni di tre decimi al 2,3%. Nel 2025 la frenata sarà più forte, al 2%.

Nei mesi autunnali del 2022, sottolinea Banca d’Italia, «l’inflazione ha raggiunto nuovi massimi,sospinta dalla componente energetica che si sta ancora trasmettendo ai prezzi degli altri beni e dei servizi e sta determinando un moderato rafforzamento dell’inflazione di fondo».

La dinamica dei prezzi al consumo ha continuato a essere mitigata dai provvedimenti in materiaenergetica. Per Bankitalia «emergono i primi segnali di un allentamento delle pressioniinflazionistiche nelle attese di famiglie e imprese».

Il caro energia è responsabile per oltre due terzi dell’inflazione in Italia. Secondo stime della Banca d’Italia, considerando sia gli effetti diretti sia quelli indiretti, nel quarto trimestre 2022 poco più del 70% dell’inflazione complessiva era riconducibile all’energia. «I rialzi dell’energia – scrive Bankitalia – hanno inciso in modo marcato sull’indice generale dei prezzi. La reattività dei prezzi dei beni industriali non energetici e dei servizi è statisticamente significativa, ma quantitativamentemodesta; i prezzi dei beni alimentari mostrano invece una sensibilità più elevata, oltre ad essere tipicamente più volatili».

Il caro prezzi nel 2023 frenerà i consumi delle famiglie che lo scorso anno erano volati anche per il ritorno alle abitudini di spesa precedenti la pandemia. Come si legge nel bollettino economico della Banca d’Italia, i consumi saliranno dell’1,5%, dopo il +4,6% del 2022, «principalmente a seguito dell’effetto di trascinamento determinato dalla forte espansione dell’anno precedente». Nel biennio 2024-25 «rallenterebbero poco al di sotto dell’1%. Il tasso di risparmio, diminuito al 7,1% nel terzo trimestre del 2022, scenderebbe ancora nel 2023, per recuperare solo parzialmente nel biennio successivo.

La Banca d’Italia migliora ancora la stima per il Pil del 2022 che sarebbe salito del 3,9% mentre, per il 2023, l’economia frenerà a +0,6%, qualche decimale in più comunque del +0,4% previsto a dicembre e del +0,3% di ottobre. Nel 2024, la stima è «corretta leggermente al ribasso (+1,2%) a causa di un incremento più contenuto dei consumi». In caso di scenario avverso con l’arresto delle forniture di energia dalla Russia, il Pil si ridurrebbe di quasi l’1% sia nel 2023 sia nel 2024 e crescerebbe moderatamente nel 2024.

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