Franchini: «dalle dichiarazioni di guerra di alcune associazioni alla rinnovata luna di miele con il Governo il passo è breve, grazie ai nuovi fondi pubblici».
L’autotrasporto cambia pelle ma non i vizi strutturali, tra cui quelli di continuare a foraggiare le rendite di posizione delle categorie di rappresentanza a danno degli autotrasportatori.
«Alla fine è andato tutto come previsto: il Governo ha messo in campo le risorse aggiuntive per l’autotrasporto, tradotto in risorse che le associazioni gestiscono e delle quali indirettamente vivono, e magicamente le stesse associazioni hanno cambiato volto e sono passate dalle ventilate dichiarazioni di fermo di qualche giorno fa alla solita accondiscendenza piena di “soddisfazione” nei confronti dell’esecutivo» commenta l’esito dell’ultimo vertice tra i responsabili del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e i rappresentanti di categoria la presidente dell’associazione di trasportatori indipendenti “Ruote Libere”, Cinzia Franchini.
L’incontro, a cui non ha preso parte né il ministro Salvini e nemmeno il vice ministro Rixi, si è concluso con un’intesa sul riparto delle risorse per il settore: ai 228 milioni di euro per tre anni (i famosi 12 in meno di quelli dello scorso anno, motivo per il quale alcune organizzazioni erano scese sul piede di guerra) si è aggiunta una cifra ulteriore di 590 milioni di euro finalizzata al rinnovo del parco veicolare che ha reso felici anche i produttori di veicoli e le relative reti di vendita.
Per Franchini, alla fine «per spese non documentate, sconti sui pedaggi, formazione andrà lo stesso importo degli anni scorsi, mentre agli investimenti per il rinnovo del parco verrà dedicato un fondo specifico. E’ bastato confermare i privilegi di cui indirettamente anche le associazioni beneficiano per mutare completamente il giudizio di quasi tutte le associazioni che siedono all’Albo, fatto salvo “Trasportounito”, sull’operato del Governo nei confronti del settore».
«Si è passati da annunci di mobilitazioni a un accordo in un battito di ciglia. Miracolosamente i temi che da sempre piegano l’autotrasporto, dalla deprofessionalizzazione, alla concorrenza selvaggia, ai problemi della rete infrastrutturale, al radicamento mafioso, sono spariti dall’agenda della discussione – continua Franchini -. Anche per quanto riguarda l’aggiornamento delle normative che regolamentano i “tempi di carico e scarico” e i “tempi di pagamento” siamo certi che sempre i soliti “gattopardi” riusciranno ancora una volta a fare danno mutando in peggio l’attuale situazione e creando false aspettative».
Le associazioni che dovrebbero rappresentare gli autotrasportatori hanno ottenuto quello che volevano, in particolare sul tema del rimborso pedaggi, e subito si sono dette soddisfatte. «Questo epilogo dimostra ancora una volta la necessità di scardinare l’assurdo sistema che ancora oggi porta lo Stato a pagare, con risorse pubbliche, gli sconti autostradali dovuti agli autotrasportatori attraverso i Consorzi di servizi, che si trattengono percentuali importanti, molti dei quali sono di emanazione o fanno diretto riferimento alle stesse associazioni – sottolinea Franchini -. Sanare questa stortura significherebbe mettere in campo una rivoluzione copernicana che consentirebbe di liberare risorse per i problemi veri del settore e non a quelli legati alla sopravvivenza delle associazioni».
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