Autotrasporto al centro delle attività politiche sia a Bruxelles che a Roma. All’Europarlamento la Commissione trasporti ha espresso parere negativo all’estensione del meccanismo di contrattazione delle emissioni inquinanti ETS valevoli per l’industria anche al settore dell’autotrasporto, mettendo un freno al talebanesimo del piano “Fit for 55”.
«Molto positivo il parere espresso dalla Commissione TRAN del Parlamento europeo – ha detto il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè -. I parlamentari che seguono direttamente il settore dei trasporti hanno correttamente chiesto che sia escluso da tale meccanismo e dai conseguenti nuovi oneri il trasporto stradale e che siano introdotte diverse esenzioni e dilazioni per il trasporto marittimo, nonché uno specifico fondo per sostenerne la difficile transizione ecologica».
Un primo passo che ora deve essere compiuto, rivedendo anche la proposta di modifica alla tassazione sui prodotti energetici. «Serve un atteggiamento più pragmatico delle istituzioni europee rispetto alla previsione iniziale del pacchetto “Fit for 55” – continua Uggè – a partire dall’eliminazione degli sgravi fiscali sul gasolio commerciale e delle esenzioni per il trasporto marittimo e per il gas metano».
Intanto, sempre nel campo dell’autotrasporto, dal 21 maggio prossimo scatta la liberalizzazione totale all’accesso del mercato per esercitare la professione di autotrasportatore. Secondo la presidente dell’associazione “Ruote Libere”, Cinzia Franchini, «basterà dimostrare “il possesso” anche di un solo veicolo, indipendentemente dalla sua classe ambientale, smentendo così nei fatti anni di chiacchiere sulla necessaria svolta ambientale. Come se tutto ciò non bastasse, per ora gli imprenditori non potranno contare nemmeno sui famosi 500 milioni promessi dal Governo come ristoro per il mancato rimborso delle accise ordinarie per il secondo trimestre». E sempre vantati dalle organizzazioni maggiori del settore come una vittoria per la categoria.
Per Franchini «come è noto, le aziende di autotrasporto che hanno investito in autocarri meno inquinanti, di classe Euro V e Euro VI sono in attesa di capire se e come potranno ricevere questi 500 milioni. Ebbene, le notizie che giungono, ancora una volta, a dispetto delle tante vuote promesse, non sono per nulla incoraggianti. In seguito alla approvazione del Consiglio dei ministri del “Decreto Aiuti” che contiene la misura sarebbe emerso come questo provvedimento sia correlato al rispettodel “de minimis” europeo secondo cui gli aiuti concessi alla medbesima impresa, sommati fra di loro, non devono superare, per le imprese che operano nel settore dei trasporti su strada per conto terzi, i 100.000 euro in tre anni. Una cifra assolutamente sproporzionata, troppo bassa rispetto alla mole di rimborsi che molte aziende attendono e che con un tetto simile rischiano di subire ricadute devastanti per la loro stessa sopravvivenza».
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