Autostrade italiane: investimento di 50 miliardi nei prossimi anni

Monaco: «cresce la domanda di traffico e serve più efficienza da parte degli operatori».

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Autostrade italiane
IL vicepresidente di Aiscat, Marco Monaco.

«Nei prossimi anni il sistema delle autostrade italiane investirà circa 50 miliardi di euro a partire dal 2024» afferma Marco Monaco, vicepresidente di Aiscat, Associazione italiana concessionarie autostrade e trafori e presidente di Autostrade Alto Adriatico, intervenendo agli Stati Generali della Logistica del NordEst.

Monaco ha ricordato che «la rete autostradale è stata la spina dorsale dello sviluppo socioeconomico del Paese nel dopoguerra, base della trasformazione da un’economia agricola a industriale; oggi può diventare il propulsore di una nuova rivoluzione in grado di sostenere le economie territoriali».

La rete autostradale italiana si estende per oltre 7.000 chilometri, muove il 30% delle merci e il 20% dei passeggeri. Ogni giorno le autostrade sono attraversate da 5 milioni di veicoli. Dal 1970 a oggi il traffico veicolare è quasi quintuplicato. D’altro canto, «l’età media delle infrastrutture autostradali in Italia ha superato i 50 anni. La rete è la più vetusta d’Europa e, su 7.000 km di rete autostradale, oltre 2.000 sono opere d’arte, viadotti e gallerie» giunti al limite della vita tecnica, con la necessità di azioni di manutenzione straordinaria.

Alla luce di un aumento del traffico veicolare sulle autostrade italiane, in particolare dei mezzi pesanti, della posizione baricentrica dell’Italia e del NordEst italiano e della vetustà della rete «serve investire». «Dal 2000 ad oggi sono state aperte circa 550 km di nuove tratte in esercizio (+10%), più di 1.900 km a tre corsie e più di 130 km a 4 o più corsie (+40% di ampliamenti di carreggiata). Ma non basta».

Servono reti infrastrutturali più capaci di soddisfare la domanda, più efficienti e sicure, per ottimizzare filiere e processi logistici e intermodali. «Quanto meno è efficace il processo logistico, quanto più difficoltose sono le comunicazioni, quanto più è alto il costo di trasporto, tanto meno competitive sono le economie territoriali, tanto maggiore è la spinta a delocalizzare produzione e distribuzione verso mercati con condizioni migliori – chiosa Monaco -. Sull’efficienza della logistica si gioca presente e futuro della competitività del Paese».

 

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