Assologistica fa il punto sulla logistica italiana

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Conferenza stampa
Il presidente Andrea Gentile e i vertici associativi evidenziano i temi cruciali del settore e sui quali da 70 anni l’Associazione lotta e si confronta.

Conferenza stampa«In Assologistica tutti gli operatori della logistica sono rappresentati con pari dignità e da 70 anni l’Associazione porta avanti gli interessi dell’intera categoria» ha esordito Andrea Gentile (presidente dell’Associazione che dal 1947 rappresenta imprese di logistica, magazzini generali e frigoriferi, terminal operator portuali, interportuali e aeroportuali).

Assieme ai vice-presidenti Sebastiano Grasso (con deleghe operative in materia di politiche trasporto ferroviario), Massimiliano Montalti (deleghe operative in politiche per l’internazionalizzazione delle Imprese), Umberto Ruggerone (deleghe operative per le politiche degli interporti), il segretario generale Jean Francois Daher e il presidente di Assologistica Cultura e Formazione Luigi Terzi, ha fatto il punto sula situazione del comparto.

Subito dopo avere ricordato quanto strategica sia la logistica per il nostro Paese, che vive di approvvigionamenti delle materie prime per poi trasformarle ed esportarle (II in Europa al riguardo, subito dopo la Germania), Gentile ha sottolineato come nel Mediterraneo, dove lo Stivale è collocato, passano i maggiori traffici merci provenienti soprattutto da Asia e Mar Nero e quasi l’80% di tali traffici è rappresentato da merci alla rinfusa che poi proseguono verso i porti del Nord Europa. «Le potenzialità sono quindi enormi – ha continuato Gentile –. Peccato che ci troviamo però in presenza di politici e clienti industriali con un certo deficit culturale in tema di logistica. Un esempio? In Olanda tutto quanto accade intorno e dentro al porto di Rotterdam rappresenta il 15% del Pil nazionale e tutto quanto è a servizio di Rotterdam è percepito positivamente sia dal mondo politico che da quello produttivo. In Italia una simile percezione non c’è: facciamo esattamente il contrario, rendendoci la vita difficile».

Dopo anni di lentezze e indecisioni anche il mondo politico italiano pare però avere invertito la rotta, effettuando un salto di qualità, soprattutto mediante alcune riforme, a partire da quella della portualità. «La riduzione e il superamento delle Autorità portuali e la costituzione delle Autorità di Sistema Portuale (Adsp) non rappresenta solo un cambiamento di tipo nominale e non siamo in presenza unicamente di una semplificazione ammnistrativa – ha detto Gentile -. Le Adsp sono tenute a dar vita a un’integrazione con il sistema logistico, ovvero devono dialogare con le ferrovie, gli interporti, i centri logistici e così via, evitando di comportarsi come cattedrali nel deserto».

Per il vicepresidente Grasso «finalmente – dopo la recente creazione del polo Merci Italia delle FS – si può parlare di resurrezione per le nostre ferrovie per quanto riguarda la divisione merci, grazie all’approccio illuminato e razionale di un ministro, Graziano Delrio, che tecnico non è, ma che sta dimostrando voglia di fare con le ormai celebri “cure” del ferro e dell’acqua. Un fermento che non vedevamo da tanto tempo – ha affermato Grasso – dal ministro Signorile in poi c’è stato un buco pluriennale, che ora pare volersi colmare, grazie anche alla volontà di condividere scelte e decisioni con gli attori del settore. Il “Ferrobonus”, l’incentivo previsto dalla Legge di Stabilità per il triennio 2016-2018 a sostegno del trasporto combinato e trasbordato su ferro, rappresenta una sorta di primavera dopo un inverno profondo».

Grasso ha ricordato i risultati negativi delle recenti gestioni delle Ferrovie italiane: «questi risultati hanno però indirettamente favorito il nascere di soluzioni alternative offerte da privati. Emblematico il caso di Fercargo, associazione di 16 imprese ferroviarie nata nel 2009 per supportare la liberalizzazione del mercato ferroviario italiano. Ai privati è toccato dunque il compito in questi anni di difendere l’immagine del traffico ferroviario merci italiano».

Sebbene il ferro in Italia continui a presentare criticità che rendono meno competitivo il sistema nazionale rispetto a quanto accade a Nord delle Alpi (presenza di due macchinisti invece di uno, 24-25 vagoni su cui caricare le merci invece di 30, ecc.), non è vero però che i treni merci non siano puntuali. «Se il treno è ben servito al terminal e se entra in modo minutale in traccia, la puntualità del servizio è garantita: in Contship abbiamo il 94% degli arrivi “on time” – ha sostenuto Grasso –. Una cosa deve però essere chiara: il traffico merci su ferrovia richiede pianificazione, soprattutto perché le tracce vanno acquisite di anno in anno».

Grasso ha infine accennato al caso Rastatt, ovvero alle sette settimane di interruzione della circolazione dei treni sul corridoio ferroviario Reno-Alpi, (dal 2 ottobre la linea ha però ripreso a funzionare) che sono servite alle associazioni, tra cui anche Assologistica, per fare il punto della situazione nel settore ferroviario. «La faccenda ha creato danni enormi e questo ci deve far riflettere a non essere sempre e solo critici col nostro Paese: anche nell’efficientissima Germania, a interruzione avvenuta, non erano disponibili itinerari alternativi a quello forzatamente interrotto», ha concluso Grasso.

Il vicepresidente Montalti ha affrontato il tema dei magazzini generali: Assologistica ha attivato una fitta interlocuzione con il MISE su diversi temi riguardanti tali infrastrutture; questa stretta collaborazione ha permesso di assistere gli associati circa il delicato tema delle cauzioni. «Nei prossimi mesi ci impegneremo per presentare ai vertici del ministero una proposta di revisione della normativa, che fa riferimento a un regio decreto del 1927, per il rilancio di una realtà storica quali sono appunto i magazzini generali», ha detto Montalti. Il vice presidente ha poi spiegato come per Assologistica resta imprescindibile la necessità di fare rete tra imprese, facendo conoscere in modo chiaro alle istituzioni il core business dei soci, «tra i cui compiti – ha aggiunto – vi è anche quello di accompagnare le PMI nel loro processo di internazionalizzazione, superando modalità operative di consegna delle merci orami obsolete (ex work o franco fabbrica) e poco producenti. Fondamentali sono per noi infine le sinergie con altre organizzazioni: emblematico è l’accordo da noi siglato con Confagricoltura».

A Luigi Terzi, presidente di Assologistica Cultura e Formazione è toccato il compito di ricordare come quest’anno il ramo formativo di Assologistica compia dieci anni e come da sempre persegua il compito fondamentale di elevare il livello culturale degli operatori del settore. «Più cultura è uguale anche a più passione – ha chiarito Terzi –. E la passione nel nostro lavoro conta molto. I nostri corsi sono tenuti non solo da consulenti, ma anche da addetti ai lavori, il che conferisce del valore aggiunto alla nostra formazione, la quale di anno in anno arricchisce la sua offerta, giungendo nel 2017 a proporre anche un master di 200 ore per la formazione di responsabili delle questioni doganali, figura sempre più importante in vista del conseguimento della certificazione AEO». Nelle future linee strategiche dell’Associazione figurano un impegno nel favorire i processi di digitalizzazione dei soci e una maggiore collaborazione con altri enti.

All’incontro con la stampa si è discusso anche del lavoro in logistica. Da quasi due anni è scaduto il contratto nazionale di lavoro del comparto logistica, trasporto merci e spedizione. Dopo mesi di negoziazione il sindacato ha programmato tre giorni di sciopero per la fine di ottobre. La volontà del mondo dell’autotrasporto di trattare separatamente gli istituti per il personale viaggiante sta di fatto determinando una spaccatura del contratto. Anche il mondo della cooperazione sta trattando separatamente: è come se il contratto nazionale stia perdendo la sua funzione regolatrice.

Di lavoro ha parlato il segretario generale Daher, il quale – dopo avere ripercorso la storia di Assologistica, nata nel lontano 1947 come “Magazzini Generali Alta Italia” e poi evolutasi e arricchitasi nel tempo aggregando anche altre associazioni fino a darsi l’attuale connotazione nel 1997 – ha ricordato come di recente non si sia stati in grado di far conciliare il diritto sindacale con il diritto di fare impresa da parte delle aziende. «Due cose vorrei sottolineare – ha continuato Daher – la prima è che il tema del lavoro sarà al centro del convegno che precederà la consegna dei premi Il Logistico dell’anno 2017 il prossimo 20 ottobre in Assolombarda a Milano; la seconda è che Assologistica è nata avendo come punto focale il magazzino e quindi, al di là di tutte le rivoluzioni in atto, il magazzino resta centrale per la nostra attività, a dispetto di chi, già negli anni Ottanta ne decretava la morte».

Infine, il vicepresidente Ruggerone ha ricordato come l’idea degli interporti sia di origine tutta italiana: a inizio anni ’70, Mauro Ferretti ipotizzava il ricollocamento delle merci in aree esterne in prossimità di centri urbani e industriali, al fine di ottimizzare la gestione delle merci. «L’idea è attualissima – ha continuato Ruggerone – con la necessità di alleggerire le città, procedendo all’integrazione della fornitura in aree specifiche. La prima legge sugli interporti risale al 1990 e a oggi queste infrastrutture sono 24, di cui 5 sono aderenti ad Assologistica. La legge è attualmente in via di riformulazione. Più che di interportualità sarebbe però corretto parlare di intermodalità e Assologistica, con tutte le sue anime, rappresenta una risorsa proprio per la sua multidisciplinarietà». Anche Ruggerone ha sottolineato come il mondo della logistica e dei trasporti stia vivendo una bella stagione pure a livello politico. «Tuttavia, se sopra il corridoio 5 siamo già in Europa – ha aggiunto – non ci si spiega perché per compiere un tragitto di 40 chilometri tra Novara e Milano si debba impiegare un’ora e mezza. Ancora oggi la merce va per lo più su camion nel nostro Paese: scarseggiano efficienti collegamenti ferroviari e la dotazione terminalistica a fatica raggiunge la qualità di quella del nord Europa e questo solo nella parte settentrionale dell’Italia. C’è poi il tema dell’armonizzazione del sistema e in Assologistica, più che in altre associazioni, si sta cercando di dare risposte a questi temi».