Assemblea Assoporti: portualità non è un problema settoriale, ma di tutto il paese

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D’Agostino: «il sistema ha dinanzi tre sfide per sviluppare l’economia»

Zeno DAgostino e1509363796254«Siamo in fase di chiusura di un percorso governativo, dobbiamo vedere quello che è successo in questi anni ma vogliamo soprattutto definire le linee di sviluppo e le strategie future della portualità italiana, abbiamo tutte le carte in regola per farlo». A dirlo è Zeno D’Agostino, presidente di Assoporti e dell’Autorità dei porti di Venezia e Monfalcone in occasione dell’assemblea programmatica pubblica dell’associazione svoltasi a Roma.

«Mai come oggi dobbiamo fare squadra, saluteremo un ministro, una struttura che ci ha aiutato, e non abbiamo molte idee di quello che ci aspetta nel futuro – ha continuato D’Agostino – ma dobbiamo essere in grado di definire dove dobbiamo andare, a prescindere dagli interlocutori politici che avremo nei prossimi mesi». 

La portualità, ha poi ricordato il presidente di Assoporti, «non è un problema settoriale», lo sviluppo dei porti, della logistica e della manifattura a questi correlati: «è un problema del Paese. Incrociamo dinamiche globali, trattiamo con player di dimensioni spaventose e se non siamo capaci di saperli affrontare diventa un problema per Trieste, Palermo, Napoli e tutti noi».

«Sono tre le sfide-opportunità per i porti italiani che interessano tutto il Paese –ribadisce D’agostino -: una di queste è la “Via della Seta”, ma è importante anche il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo nei confronti della sponda sud che sta risorgendo, con economie e traffici che stanno tornando e su cui i porti del Mezzogiorno possono giocare una partita». L’altro tema è «la capacità dei porti di integrarsi con il mondo logistico e manifatturiero che si lega a porti franchi e Zes (zone economiche speciali)». 

D’agostino guarda al futuro, pronto a convocare un’assemblea, fra un mese o quando ci sarà il nuovo governo per confrontarsi sull’idea di trasformare le Autorità di sistema portuale in società per azioni, lanciata dal presidente dei porti di Genova e Savona non lo entusiasma. «Con una Spa potrei forse anche muovermi meglio – dice D’Agostino – ma a me sembra che Trieste stia facendo tante cose con la normativa attuale e oggi l’unica esigenza che sento è che ci venga data, piuttosto, la possibilità di avere la maggioranza nelle società partecipate di logistica e intermodali».