Il ministro-presidente della Baviera, Markus Söder, propone un aumento del pedaggio per i Tir lungo l’intera asse del Brennero per “stimolare” la riduzione del traffico pesante e per risolvere il lungo braccio di ferro con il Tirolo che sta applicando una serie di penalizzazioni che comportano forti problemi logistici e l’aumento dei costi per il trasporto delle merci.
Per Söder, rivolgendosi in una lettera al ministro dei trasporti tedesco, Volker Wissing, il problema è «il pedaggio piuttosto basso» che fa scegliere anche a camionisti olandesi e della Germania occidentale il valico del Brennero e non il percorso più breve del San Gottardo facendo conseguentemente aumentare il traffico in anche in Baviera. Ma Söder dimentica un altro fattore di attrazione: il basso costo del gasolio vigente in Austria, che anch’esso funge da attrattore dei Tir con i serbatoi vuoti.
Secondo Söder un aumento fino del 50% del pedaggio sarebbe applicabile con l’eurovignetta. Aumentando il pedaggiolungo l’asse anche in Austria e Germania, il Brennero perderebbe attrattività.
Dinanzi a questo cambio di posizione della Baviera in tema di pedaggi sull’asse del Brennero, Conftrasporto-Confcommercio lancia l’allarme e chiede l’intervento immediato del nostro Governo in sede europea per evitare che l’Italia, oltre alla stangata sul piano economico, rischi anche l’isolamento.
Per il presidente della Confederazione delle imprese di trasporto, Paolo Uggè, «dopo l’annuncio dell’introduzione di nuovi pedaggi lanciato recentemente dal presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, siamo fortemente preoccupati per le conseguenze di quella misura sull’economia italiana, dopo che anche il presidente della Baviera, Markus Söder, ha chiesto a sua volta al ministro federale dei Trasporti di introdurre un pesante aumento dei pedaggi nell’Alta Baviera.
Uggè ricorda al Governo Draghi che «da anni l’economia italiana sta subendo danni ingenti per le limitazioni unilateraliimposte dall’Austria ai Tir che percorrono l’asse del Brennero per oltrepassare il confine. È tempo di affrontare il problema dei pedaggi ai valichi ed è fondamentale che lo si faccia in sede europea, trovando una soluzione unitaria che ponga fine allo squilibrio tra i mercati dei Paesi della stessa Unione. Sono passati gli anni senza che si sia risolto alcunché. Nel frattempo il nostro Paese, dalle imprese di produzione a quelle di trasporto, è stato vessato con divieti sempre più rigidi e perdite economiche considerevoli».
Lungo i valichi alpini italiani transitano merci per un valore di 5 miliardi di euro all’anno, un quarto dei quali passano per il Brennero (per il valore di un miliardo e 250.000 euro), e per ogni ora di ritardo nell’attraversamento del valico, l’economia italiana paga già più di 370 milioni di euro di extracosti su base annua.
«Che si valuti di armonizzare i pedaggi su tutti i valichi o che si pensi ad altre soluzioni, lo si faccia a livello europeo – sottolinea Uggé -, considerando che nessun Paese dell’Unione dovrà essere svantaggiato rispetto agli altri».
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