Mettere artigiani e piccole imprese al centro delle politiche europee: questo il fine della trasferta a Bruxelles di una delegazione di CNA guidata dal presidente Dario Costantini, intervenuto con il segretario generale, Otello Gregorini, all’incontro organizzato dalla Confederazione con gli europarlamentari italiani, alla presenza del rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’Unione europea, l’ambasciatore Stefano Verrecchia.
«Vi chiediamo che il tema dell’artigianato sia centrale nel vostro mandato e che grazie al vostro impegno l’artigianato e le micro e le piccole imprese possano essere al centro del nuovo ciclo istituzionale di Bruxelles» è l’appello lanciato da Costantini agli europarlamentari italiani.
A pochi mesi dall’insediamento del nuovo Europarlamento e alla vigilia della nascita della nuova Commissione europea, la CNA – forte dei 620.000 e passa soggetti rappresentati – si è posta alla testa di questa autentica “maggioranza silenziosa” del sistema produttivo, il 99% delle aziende, composta da artigiani e piccole imprese nel confronto con i rappresentanti italiani in Europa.
«Siamo decisamente e convintamente europeisti – ha sottolineato Costantini – fin dagli anni ottanta apriamo a Bruxelles i nostri uffici. Facciamo parte dell’organizzazione sovranazionale “SmeUnited”, che riunisce circa 70 associazioni di oltre trenta Stati. E già da ora vi annuncio che saremo periodicamente a Bruxelles per eventi simili a questo e per tenere aperto questo confronto. A voi chiederò poi, una volta organizzato, la partecipazione a una sorta di “open day” nel quale andrete a visitare una bottega del vostro territorio per vedere da vicino chi sono e come lavorano gli artigiani».
Il presidente della CNA si è impegnato a sfatare alcuni luoghi comuni al riguardo delle piccole imprese. «Non è vero che sono poco innovative – ha precisato Costantini -. L’anno scorso al nostro premio per l’innovazione “Cambiamenti” su circa 1.300 imprese finaliste perlomeno 900 avevano già concretizzato progetti utilizzando l’Intelligenza artificiale».
Né è vero che le piccole imprese non siano attente all’ambiente. «Ma chi credete che abbia inventato l’economia circolare? – ha ribadito Costantini –. Nelle botteghe non si butta via niente. Gli artigiani recuperano tutto quanto possono recuperare, a esempio dagli impianti che sostituiscono».
Indagando il rapporto degli artigiani e delle piccole imprese italiani con le istituzioni comunitarie il presidente della CNA ha spiegato che gli artigiani non le vedono con entusiasmo, pensano che creino solo problemi a chi lavora e dà lavoro. Purtroppo, come dimostra la situazione della transizione del “Green Deal” nel settore automobilistico, nessuno può dare loro torto. Se non viene come minimo rimodulata metterà sul lastrico decine di migliaia di imprese. Oltre a danneggiare i consumatori.
Costantini si è soffermato su due episodi. Il primo è stato la battaglia, vinta grazie a una modifica al Pnrr, per i sostegni all’autoproduzione energetica delle imprese che in Italia sono costrette a pagare l’energia elettrica molto più cara dei concorrenti. Il secondo, riguarda una battaglia ancora in corso. «Dal 2008 hanno chiuso i battenti 222.000 imprese artigiane – ha rilevato Costantini – e interi settori del “Made in Italy”, produzioni che ci arrivano direttamente dal Rinascimento, rischiano la stessa fine. Serve manodopera, giovane, qualificata. Mentre un numero enorme di giovani italiani non ama sporcarsi le mani, e non fa niente, c’è chi vuole imparare un mestiere, integrarsi, lavorare. Con l’Egitto abbiamo in cantiere un progetto per preparare giovani locali ai quali si insegna a casa loro l’italiano e un mestiere da svolgere da noi, in una impresa che li attende. È il primo progetto nell’ambito europeo dei “corridoi professionali”. Per farlo partire definitivamente manca una firma qui a Bruxelles. Ecco. Io vi chiedo di impegnarvi concretamente per facilitare la conclusione di questo iter».
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