Secondo la relazione 2022 dell’Arera (Autorita’ di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) al Parlamento, il presidente Stefano Besseghini non utilizza giri di parole per definire il prossimo inverno 2022-23 come una situazione critica, chiedendo l’immediata individuazione e applicazione di un piano di crisi energetica per l’approvvigionamento di gas metano e la produzione di elettricità.
«Questa è una fase delicata, in autunno i prezzi di luce e gas saranno significativamente alti e dobbiamo cominciare a lavorarci adesso»: servono, afferma Besseghini, «consumi controllati» e «piani dettagliati» per affrontare «eventuali situazioni di crisi nella fornitura» dalla Russia.
Besseghini, rivolge un appello alla responsabilità tale che «tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidianead affrontare una stagione invernale che sarà difficile». Una campagna informativa istituzionale sarà di grande aiuto.
All’indomani dello strappo nella maggioranza di governo, il quadro di incertezza energetica determinato dalla guerra in Ucraina, aggravato dai rincari di luce e gas, richiede ancor più «un interlocutore stabile per definire le politiche prossime» sottolinea Besseghini spiegando che «è certamente una delle priorità a cui anche nella valutazione di questa evoluzione politica si dovrà tenere conto. D’altra parte il dossier energia credo che sia ben presente» alla luce del grande sostegno del governo sia nella ricerca di gas alternativo a quello di Putin sia nel sostegno economico a famiglie e imprese.
Per il presidente dell’Arera «le fasi di instabilità rimangono complicate. Prima delle elezioni, si possono cominciare a costruire alcuni interventi che diano certezza. Molto è stato fatto per mettere in sicurezza l’autunno, gli stoccaggi stanno migliorando e consolidandosi. L’Autorità ha fatto diversi interventi per abbattere i costi per gli operatori, per sterilizzarne i rischi» ha spiegato Besseghini a margine della presentazione della relazione annuale al Parlamento.
Contro le forti oscillazioni del costo dell’energia per i clienti, il mercato europeo, che è «il più grande mercato elettrico a livello mondiale», deve prevedere, secondo Besseghini, interventi straordinari con «un forte coordinamento delle decisioni», mentre «c’è grande attesa per un possibile nuovo intervento della Commissione per l’identificazione di strumenti in grado di offrire risposte immediate all’ulteriore impennata dei prezzi», in primis interventi di mitigazionedei costi nel mercato elettrico e del gas e, forse, «una accelerazione sulla possibile implementazione di un tetto al prezzo del gas».
Il quadro che emerge dalla relazione annuale 2021 dell’Arera mostra un consumo di gas naturale in Italia aumentato a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1% rispetto al calo record del 2020), mentre la produzione nazionale ha registrato il minimo storico crollando del 16,7% rispetto al 2020, che già aveva subito una pari riduzione. Sono stati estratti in totale 3,3 miliardi di metri cubi di gas: 1,87 miliardi dal mare e 1,6 dai campi su terraferma. Il grado di dipendenzadell’Italia dalle forniture estere è salito al 93,5% (dal 92,8% del 2020) a causa di scelte politiche e demagogiche che hanno dato priorità alle importazioni dalla Russia piuttosto che attivare la produzione nazionale, che avrebbe grandi potenzialità con costi decisamente ridotti.
I prezzi medi dell’elettricità per le famiglie italiane nel 2021 sono stati di poco inferiori alla media dei paesi dell’area Euro e decisamente inferiori rispetto alla Germania. L’anno scorso, secondo l’Arera, i consumi di energia elettrica (300,6 TWh) sono aumentati del 6% sul 2020 e la domanda è stata soddisfatta per l’86,5% dalla produzione nazionale (aumentata del 2,2%) e per il 13,5% dalle importazioni. La produzione nazionale lorda di energia elettrica ha raggiunto 286,9 TWh (+2,3%): metà dal gas (49,5%), 40% dalle rinnovabili con l’eolico cresciuto del 10,8%, mentre stabile è rimasto il fotovoltaico (+0,5%).
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