Allarme fallimenti imprese: aumentano le segnalazioni alla centrale rischi

Bianchini: «strategia per affossare l’economia italiana delle piccole imprese penalizzate duramente dalle scelte politiche durante la pandemia».

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Economia Trentino Alto Adige bankitalia

L’economia nazionale arranca sempre di più complice l’inflazione ma, soprattutto, la calante liquidità in circolazione, complice la minore spesa messa in campo dalle famiglie preoccupate di sostenere i continui, pesanti rincari del costo della vita, a partire da quello delle bollette delle forniture energetiche, che ha pesanti effetti anche sulla vita delle imprese alle prese con l’aumento delle segnalazioni alla Centrale rischi.

Come sempre, piove sul bagnato. Ora ci si mette pure il drammatico aumento delle segnalazioni alla Centrale rischi da parte delle banche di tante, troppe imprese in difficoltà nel pagamento delle rate dei mutui accesi o della restituzionedei prestiti agevolati accesi durante la pandemia da Covid che ha bloccato gran parte delle attività.

«Quello che sta succedendo nel nostro Paese è sempre più drammatico e sempre più paradossale – attacca Paolo Bianchini, presidente nazionale MIO Italia e responsabile Dipartimento turismo di Italexit -. Mentre la situazione economica peggiora e nuovi venti di recessione soffiano sull’Italia e sul continente, causando la solita, devastante richiesta di austerity da parte della Ue, migliaia di aziende italiane, che erano perfettamente sane prima dell’inizio della pandemia, oggi rischiano di fallire. Questo a causa dell’avvenuta segnalazione alle centrali rischi e per l’immediata esclusione al credito bancario a cui sono state sottoposte».

La segnalazione alla Centrale rischi per un’impresa o un professionista equivale alla morte economica pressoché certa: «è evidente che queste imprese, la cui condizione non presentava criticità alla data dell’11 marzo 2020, sono andate in difficoltà a causa dei confinamenti e delle continue restrizioni applicate in periodo pandemico – continua Bianchini -. Soprattutto, in un periodo di difficoltà indotte e delle quali non avevano alcuna responsabilità, aziende e imprenditori non sono stati adeguatamente sostenuti da Conte e Draghi, anzi, sono stati affossati dalle scelte scellerate dei loro governi. Ora, al danno provocato dalle scelte politiche, si aggiunge anche la beffa. Sì, perché aumentando le sofferenze bancarie e le segnalazioni alla Centrale rischi viene interdetto loro l’accesso al credito, con la conseguenza drammatica e scontata di inevitabili fallimenti personali e patrimoniali».

Per Bianchini «il Governo Draghi ha il dovere di salvare queste imprese attraverso un provvedimento immediato che tuteli le aziende in difficoltà a causa di eventi eccezionali. Se Draghi non interviene subito, possiamo pensare che la sua intenzione sia di aiutare ancora una volta le multinazionali e i centri di potere finanziario, che già stanno facendo razzia di beni sul nostro territorio, ad acquisire anche le nostre  imprese in difficoltà per trasformare definitivamente l’Italia in una colonia senza più tradizioni, ricchezze, possibilità future».

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