Studio di Banca Ifis analizza i cambiamenti del tessuto produttivo
Le PMI italiane sono piccole, flessibili ed efficienti ma soprattutto molto produttive. Nel triennio 2014-2016 hanno fatto registrare un tasso di crescita media annua del fatturato del 5,65% contro il -1,15% di quelle a media e alta capitalizzazione.
Secondo uno studio realizzato da Banca Ifis analizzando i bilanci depositati tra il 2014 e 2016 da oltre 996.000 aziende di cui 759.000 Pmi emerge che le migliori Pmi si concentrano nel NordEst e le più brave riescono a coniugare la crescita del fatturato con la minima rischosità. Diverso il discorso per le imprese del Centro Italia che conquistano la maglia nera per rischiosità e bassa crescita. Viceversa, le Pmi del Sud e nelle Isole hanno fatto segnare una decisa crescita del fatturato, rispettivamente al 9,4 e 8,7%, ma sono state penalizzate da una rischiosità sopra la media.
Per Raffaele Zingone, responsabile di Banca Ifis Impresa Italia, «è difficile trovare una causa principale che spieghi la rischiosità e la crescita zero delle imprese del Centro Italia. Certo la densità del tessuto imprenditoriale, la qualità dei servizi sul territorio, l’efficienza logistica sono dei prerequisiti per operare in maniera sempre più integrata con fornitori e clienti e sotto tutti questi profili il Nord offre dei vantaggi oggettivi. Se guardiamo alle eccellenze imprenditoriali, invece, per esperienza diretta possiamo affermare che il Centro ed il Sud Italia non hanno nulla da invidiare al Nord».
In fatto di capitalizzazione le Pmi riescono a mantenere un buon equilibrio tra mezzi propri e debito e migliore delle aziende medio-grandi. Per quanto riguarda il 2018, Zingone non si aspetta cambiamenti sostanziali nella domanda di finanziamenti. «L’offerta potrebbe essere condizionata negativamente da una maggiore avversione del sistema bancario verso il rischio Pmi – spiega – e in alcuni territori lo scenario per le aziende dal punto di vista della liquidità potrebbe diventare ancora più complicato».
L’Osservatorio di Banca Ifis ha anche analizzato l’andamento degli investimenti in ricerca e sviluppo. Il dato medio è decisamente scarso: solo lo 0,17% dei ricavi viene impiegato per innovare, mentre tra le start-up innovative questo supera la quota dell’1%.
Quanto ai diversi settori, quello legato al sistema casa è il più dinamico, la moda registra una lenta crescita dei ricavi e la rischiosità delle costruzioni è la più alta. Macchine utensili e logistica e trasporti offrono il miglior mix tra crescita e rischiosità. Quest’ultimo comparto ha 120 miliardi di ricavi (4,7% delle società non finanziarie), quasi 35.000 imprese con poco più di 800.000 addetti. Il tasso d’indebitamento è sostenuto e debole è la patrimonializzazione.