Agitazione trasportatori: tanto tuonò che la montagna del governo Draghi rappresentato dal viceministro alla Mobilità sostenibile, Teresa Bellanova, ha partorito il classico topolino, stanziando a favore dell’autotrasporto italiano stretto tra l’abnorme rialzo dei costi energetici e l’impossibilità di scaricare sui committenti i maggiori costi un pugno di denari, insufficienti a coprire i maggiori costi.
Se Unatras, l’Unione delle associazioni nazionali dell’autotrasporto, plaude alla decisione del governo di stanziare 80 milionidi euro, prendendo «le distanze da coloro che in questi giorni hanno innescato atti coercitivi contro la libertà di circolareattuando blocchi di Tir in diverse zone dell’Italia: sono azioni che non appartengono alla nostra cultura della rappresentanza», ritenendo comunque «non esaurito il confronto nell’ottica di arrivare a nuove regole che garantiscano una maggiore ed effettiva tutela delle imprese di autotrasporto, con particolare riferimento alla disciplina di una clausola di adeguamento dei costi di trasporto al costo del gasolio, oltre che alla questione delle soste e all’applicazione del nuovo regolamento europeo», sono viceversa scontente le associazioni dei piccoli autotrasportatori.
«Che il Governo presenti questo accordo come qualcosa di risolutivo fa parte della consueta vuota propaganda, inaccettabile invece che le associazioni, che dimostrano ancora una volta di non rappresentano più nessuno se non loro stesse, si dicano soddisfatte – attacca il portavoce di Ruote libere, Cinzia Franchini -. Pensare che stanziare ottanta milioni, spalmandoli tra un credito di imposta del 15% per l’acquisto di AdBlue per complessivi 29 milioni, un altro credito di imposta pari al 20% per l’acquisto di GNL per altri 25 milioni e ulteriori 20 milioni per interventi sui pedaggi, rappresenti una soluzione per l’agitazione trasportatori e per aziende a un passo dalla chiusura, è semplicemente inaccettabile».
Franchini specifica la posizione di “Ruote libere” dinanzi all’agitazione trasportatori: «ricordiamo che un’azienda che abbia chiuso i bilanci in pareggio o in perdita, dei crediti di imposta non sa cosa farsene e che sul fronte dei pedaggi sarebbero largamente sufficienti gli stanziamenti già previsti, se non fossero drenati dal barocco sistema dei consorzi di servizi che, guarda caso, fanno riferimento alle associazioni che oggi plaudono il Governo».
«Forse ai funzionari delle associazioni che ieri hanno partecipato al Tavolo a Roma non è chiara la situazione in cui versano le piccole e medie aziende di autotrasporto, vera ossatura del nostro settore. Non è chiaro di come, a fronte di aumenti del 30%del costo del carburante non vi siano alternative alla chiusura – prosegue Franchini -. Le proteste spontanee che proseguono anche oggi sulle strade italiane sono la dimostrazione di questa esasperazione e condannarle a priori significa non voler vedere il problema, è come immaginare di curare un fisico gravemente malato pensando che la febbre sia la colpa della malattia e non il suo effetto. “Ruote libere” continuerà certamente a condannare ogni azione violenta e illegale, ma è allo stesso tempo al fianco degli autotrasportatori che pacificamente stanno mostrando la loro disperazione. Ripetiamo, oggi l’urgenza è rappresentata dal taglio del costo del carburante utilizzando la leva della sterilizzazione dell’Iva sulle accise. Non esistano altre strade al momento. Questa è l’urgenza».
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