Verona ha ospitato la XXVII Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero organizzata dalla Camera di commercio di Verona e da Assocamerestero in collaborazione con Unioncamere cui hanno partecipato 170 delegati esteri, tra presidenti, segretari generali e membri dei consigli delle Camere di commercio italiane all’estero, oltre 300 imprese ed esponenti delle Istituzioni e del mondo economico, locali e nazionali.
Durante l’evento, sono stati presentati i primi risultati del Progetto “True Italian Taste” (www.trueitaliantaste.com) finanziato dal ministero dello Sviluppo economico in collaborazione con ICE Agenzia nell’ambito della “Campagna di promozione strategica per la valorizzazione del prodotto italiano in rapporto al fenomeno dell’Italian Sounding”. Il progetto, coordinato da Assocamerestero vede la partecipazione di 21 Camere di commercio italiane all’estero, di cui 12 in Europa (Bruxelles, Lione, Marsiglia, Nizza, Francoforte, Monaco, Lussemburgo, Amsterdam, Londra, Barcellona, Madrid, Zurigo) e 9 Camere di USA, Canada e Messico.
Finalità di “True Italian Taste”, la promozione del prodotto agroalimentare italiano autentico e l’aumento della consapevolezza e consumo del vero “Made in Italy”, in contrasto al fenomeno dell’“Italian Sounding” che alimenta un giro d’affari di circa 90 miliardi di euro annui, gran parte dei quali potrebbero essere riacquisti al Pil nazionale con una più forte azione di repressione del plagio.
Nell’ambito del progetto, sono stati realizzati in Italia 9 incontri tra imprese del comparto agroalimentare e acquirenti esteri per un totale di 2.970 appuntamenti, 119 acquirenti e 848 imprese coinvolte. Sono stati organizzati 4 eventi di approfondimento che hanno visto la partecipazione di 36 influencer esteri selezionati in percorsi gastronomici e di formazione ad hoc alla scoperta dell’autentico “Made in Italy” alimentare dei territori italiani per un totale di 16 Consorzi DOP, 5 Consorzi IGP, 4 Consorzi DOC, 5 Consorzi DOCG, 1 specialità STG coinvolti.
All’estero si sono realizzate 39 masterclass di formazione con 1.100 aderenti e 155 eventi (di cui 9 Pizza Night e 9 Authentic Italian Table) per un totale di 430.000 partecipanti. Infine, sono stati coinvolti complessivamente 1.900 influencer. Entro l’anno il Progetto sarà esteso anche alle CCIE asiatiche e vedrà per il biennio 2019-2020 altrettante azioni di promozione in Italia e nel mondo.
La scelta di contestualizzare la Convention a Verona si comprende alla luce della centralità che la città riveste a livello economico e internazionale. Quinta provincia per interscambio commerciale in Italia, Verona ha rappresentato la cornice ideale per l’appuntamento. Si tratta della decima provincia italiana per export; nel 2017 ha esportato prodotti e servizi per 11,1 miliardi di euro e vanta numerosi primati in diversi comparti: prima provincia italiana per export di vino e marmo, terza per l’agroalimentare, per l’ortofrutta e per le cisterne e i radiatori, sesta per le calzature. La vocazione ai mercati stranieri è originata dalla fortunata collocazione geografica all’incrocio tra i corridoi europei 1 e 5 e si è sviluppata con l’intuizione e capacità di numerosi piccoli e medi imprenditori. Un contributo importante alla crescita della città è arrivato anche dal turismo grazie al quale Verona e il suo territorio vivono un momento di forte fermento. Uno sviluppo da primato, la città è infatti la quinta provincia italiana per presenze turistiche e la quarta per presenze straniere.
La XXVII Convention (la prossima si terrà a Treviso) si è conclusa con oltre 1.000 incontri B2B. «Oggi è l’ultimo giorno e il più importante perché – spiega il segretario generale della Camera di commercio di Verona, Cesare Veneri, – mettiamo in contatto i delegati delle Ccie con le Pmi veronesi e del Nord Italia. Le Camere italiane all’estero nascono da comunità d’affari fatte da imprenditori italiani che hanno consentito il radicamento di professionalità e prodotti italiani anche in mercati non sempre facilmente accessibili. Per questo, il 46% delle aziende italiane che opera con l’estero si appoggia alle Ccie, un dato eclatante sull’importanza che rivestono per l’economia italiana. Il vantaggio di Convention di questo tipo è che pur essendo internazionali abbattono la barriera linguistica: un ostacolo non da poco per le piccole e micro imprese che affrontano i mercati esteri. Il sistema camerale all’estero è quindi fondamentale perché rappresenta un facile accesso ai mercati stranieri, anche i più lontani per normativa e cultura».
Ognuno dei 300 imprenditori presenti, di tutti i settori, ha avuto 20 minuti di colloquio con la Camera prescelta, tra gli argomenti più trattati la presenza o meno di dazi, le modalità di funzionamento del sistema di tassazione, ma anche l’esistenza e nazionalità di comunità d’affari forti presenti nel Paese in discussione, non sempre italiane.
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