A luglio rimbalzo inaspettato della produzione industriale trainata dalla manifattura destinata all’export

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Produzione industriale italiana analisi dei settori industriali
Mameli: «un dato a sorpresa, visto che le attese erano per un calo. Si consolida la ripresa complessiva»

produzione industriale operaio linea assemblaggio motoriLa produzione industriale è salita a sorpresa anche a luglio, mentre le attese erano per un calo: l’indice è cresciuto di appena +0,1% m/m, ma l’aumento sarebbe stato più marcato al netto dell’energia (+0,4% m/m). Si tratta del quinto aumento congiunturale negli ultimi sei mesi e il sesto consecutivo su base tendenziale (l’undicesimo negli ultimi 12 mesi: +4,4% a/a).

Secondo Paolo Mameli, capo econonomista di Banca Intesa Sanpaolo, «la notizia più positiva arriva dalla fabbricazione di macchinari e attrezzature, che suggerisce un possibile recupero degli investimenti di contabilità nazionale dopo l’andamento deludente della prima parte dell’anno. In sintesi, il dato è ancora una volta migliore del previsto e di buon auspicio circa l’evoluzione dell’attività economica nel trimestre estivo: in caso di stagnazione ad agosto e settembre, l’output risulterebbe in crescita di 1,1% t/t in estate, non lontano dall’1,2% t/t visto in primavera. Ciò suggerisce che anche il Pil possa mostrare una variazione non lontana dallo 0,4% t/t visto nei tre trimestri precedenti (anche perché il contributo dei servizi resterà positivo, trainato tra l’altro dal turismo)». 

L’indice destagionalizzato mensile registra variazioni congiunturali positive nei raggruppamenti dei beni strumentali (+1,6%), dei beni di consumo (+0,5%) e dei beni intermedi (+0,3%); segna invece una variazione negativa il comparto dell’energia (-3,6%). In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a luglio 2017 una crescita significativa per i beni strumentali (+5,9%); in misura rilevante aumentano anche i beni di consumo (+4,1%), i beni intermedi (+3,5%) e l’energia (+3,3%). 

Per quanto riguarda i settori di attività economica, a luglio 2017 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della attività estrattiva (+8,4%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+8,0%), delle industrie alimentari, bevande e tabacco e della fabbricazione di mezzi di trasporto (entrambi +6,9%); diminuzioni si registrano invece nei settori della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche, della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (entrambi -0,6%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-0,5%).

Anche se in ripresa (inaspettata), prima che la produzione industriale nazionale torni ai livelli di precrisi sarà necessario attendere ancora il 2021 secondo una stima del Centro studi Promotor. «Per le altre economie avanzate – ha sottolineato il presidente di CSP, Gianpiero Quagliano – il ritorno ai livelli del 2007 è avvenuto in pochi anni, mentre per l’economia italiana questa crisi è ancora in atto. Per velocizzare il ritorno ai livelli ante-crisi sarà però essenziale un quadro politico stabile», cosa non del tutto certo, visti i numerosi appuntamenti elettorali in scadenza dal prossimo autunno alla primavera del 2018.

Secondo Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, «la crescita della produzione industriale superiore al 4% e’ un risultato inimmaginabile fino a poco tempo fa e dunque deve far ben sperare. E’ un dato confortante, ma sarebbe estremamente sbagliato pensare che il cammino per la ripresa sia finito: il percorso resta ancora lungo e tocca al governo di Paolo Gentiloni mettere il Paese nelle condizioni di agganciare una crescita robusta e soprattutto stabile. C’è da confezionare la legge di bilancio. l’ultima di questa legislatura. Vorremmo – sottolinea Ferrara – che non fosse una manovra pre-elettorale, ma un pacchetto di misure strutturali per dare speranza alle aziende e alle famiglie italiane».

Ma non tutto brilla: secondo il presidente di Federconsumatori, Emilio Viafora, se «la crescita della produzione industriale è un dato senz’altro incoraggiante, questa, da sola, non stia sortendo gli effetti di ripresa sperati: dagli ultimi dati dell’Istat emerge infatti una crescita del tasso di disoccupazione all’11,3% e un andamento dei consumi statico. Serve un’azione che deve partire da interventi di carattere strutturale, che superino la logica dei bonus, ma agiscano attraverso un taglio delle tasse sul lavoro, nonché avviando un piano di investimenti per la ricerca, lo sviluppo e la modernizzazione».