Per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale, la legge 30 dicembre 2018 n. 145, ha stanziato un fondo nazionale di 400 milioni di euro di contributi per i comuni cui possono accedere tutte le amministrazioni locali con meno di 20.000 abitanti residenti, ai quali toccherà un contributo variabile sulla base della popolazione variabile tra 40.000 e 100.000 euro. Un’autentica iniezione di linfa vitale per il settore edile e il suo indotto, alle prese con una crisi molto grave.
Di qui l’appello delle categorie economiche agli amministratori comunali perché si attivino il prima possibile a sfruttare questi contributi per i comuni. «La legge 145 è tra le novità che consideriamo positive della legge di Bilancio – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Veneto, Agostino Bonomo – e da oggi avviamo una massiccia azione di sensibilizzazione da un lato verso i primi cittadini a cui stiamo mandando una lettera e verso i nostri associati edili per descrivere l’occasione».
I contributi per i comuni fino a 20.000 abitanti, pari complessivamente a 394.490.000 euro, sono erogati – in base alla comunicazione che il ministero dell’Interno è tenuta a fare entro il 15 gennaio a ogni singolo comune relativamente all’importo a esso spettante – ai beneficiari, in ragione del 50% previa verifica dell’avvenuto inizio dell’esecuzione dei lavori e del restante 50% dopo la trasmissione del certificato di collaudo al ministero dell’Interno.
L’esecuzione dei lavori deve iniziare entro la data del 15 maggio 2019 e, in caso di mancato rispetto del termine dell’inizio dell’esecuzione dei lavori o in caso di utilizzo parziale dei contributi, le risorse assegnate vengono revocate, in tutto o in parte, entro il 15 giugno 2019 da parte del ministero dell’Interno e redistribuite agli altri comuni, che dovranno avviare i lavori entro il successivo 15 ottobre.
Per accedere alle risorse, i comuni devono proporre investimenti aggiuntivi rispetto a quelli già indicati nei piani triennali e i contributisono diversificati in base al numero degli abitanti: 40.000 euro per i comuni fino a 2.000 abitanti, 50.000 euro ai comuni con una popolazione compresa tra 2.001 e 5.000 abitanti, 70.000 euro ai comuni con una popolazione compresa tra 5.001 e 10.000 abitanti, 100.000 euro ai comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti.
«E indubbio – conclude Bonomo – anche alla luce della modifica del Codice degli Appalti (comma 912 della L. 145 del 2018) che prevede l’innalzamento della soglia per l’affidamento diretto dai 40.000 ai 150.000 euro, che la ripartizione tra i comuni di queste prime risorse destinate agli investimenti potrebbe avere un impatto positivo sulla partecipazione delle micro e piccole imprese agli appalti relativi alle piccole opere pubbliche».
Analoga sollecitazione proviene dall’Ance, l’Associazione nazionale dei Costruttori Edili: per Mauro Cazzaro, presidente di Ance di Confindustria Veneto Centro, «l’Associazione è disposizione per fornire tutto il supporto necessario ai comuni al fine di aprire velocemente i cantieri e non sprecare un’occasione preziosa per il territorio e per il settore».
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