Mentre calano i consumi, crescono i prezzi industriali e il gettito per il fisco: tra gennaio e novembre i flussi di cassa sono stati di 17,8 miliardi di euro per i produttori e 31,1 miliardi per le casse dello Stato
Nel 2017 gli italiani spenderanno per la benzina e il gasolio auto 53,6 miliardi di euro con un incremento del 6%, che si realizzerà, nonostante un calo (contenuto) dei consumi, per effetto di incrementi dei prezzi alla pompa che sono andati ben al di là della crescita del livello generale dei prezzi.
Secondo l’elaborazione del Centro Studi Promotor sulla base di elaborazioni condotte su dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico riferiti al periodo gennaio-novembre 2017, in questi undici mesi i consumi di benzina e gasolio sono calati dell’1,4%, ma la spesa è passata dai 46,2 miliardi dello stesso periodo del 2016 a 48,9 miliardi (+6%) per effetto di un incremento del prezzo medio ponderato alla pompa del 5,97% per la benzina e dell’8,23% per il gasolio.
«L’incremento dei prezzi – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – ha premiato soprattutto la componente industriale, cioè la parte dell’incasso alla pompa che va alla produzione e alla distribuzione di carburanti che è passata, nel periodo gennaio-novembre, da 15,2 miliardi a 17,8 miliardi (+17,1%). Cresce anche l’altra parte dell’incasso alla pompa che è quella che va all’Erario, cioè la componente fiscale. L’incremento è contenuto nello 0,5%, ma l’incasso dell’Erario è molto più rilevante di quello di chi produce e distribuisce benzina e gasolio auto».
Nel gennaio-novembre 2017, il fisco ha incamerato ben 31,1 miliardi contro i 17,8 miliardi che sono andati alla componente industriale. «La ragione di questa situazione – sottolinea Quagliano – è l’eccessivo carico fiscale che grava sui carburanti auto nel nostro Paese che si colloca ai vertici mondiali della classifica del caro-benzina e del caro-gasolio».