Rapporto Eppo 2023: Italia prima per frodi nei fondi Ue e nel Recovery

Secondo la Procura europea scoperte truffe per 7,38 miliardi di euro attraverso 618 indagini.

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Rapporto Eppo

L’Italia prima per frodi nei fondi Ue secondo il Rapporto Eppo 2023 e la Procura europea (Eppo) ha attivato ben 618 diverse indagini per frodi, in particolare del Recovery Fund. Secondo il rapporto, l’Italia risulta il Paese con il valore più alto in termini di danni finanziari al bilancio dell’Ue stimati a seguito di varie malversazioni per un ammontare di 7,38 miliardi di euro.

Per Andrea Venegoni, procuratore distaccato all’Eppo e supervisore dei casi italiani, questi numeri si spiegano anche alla luce della «capacità investigativa», del «ruolo molto attivo» e del «profilo di grande esperienza dei pubblici ministeri italiani». «Noi – dice Venegoni – ci avvaliamo molto della Guardia di Finanza, ma anche dell’Agenzia delle dogane e degli stessi carabinieri; d’altra parte, non in tutti i Paesi esistono organismi di polizia specializzati nelle indagini finanziarie o tributarie come avviene in Italia».

Nel rapporto Eppo, spicca il dato sulle indagini relative ai finanziamenti del Recovery Fund, balzate in un solo anno da 15 a 206 con un danno stimato di oltre 1,8 miliardi di euro. Si tratta di circa il 15% di tutti i casi di frode di spesa gestiti dalla Procura europea durante il 2023, ma in termini di danno stimato corrisponde a quasi il 25%. Un dato, stima l’Eppo, destinato ad aumentare man mano che si accelera con l’attuazione dei Pnrr. Anche in questo caso, l’Italia si conferma maglia nera, con 179 indagini, seguita a distanza da Austria (33) e Romania (8).

Il motivo dell’ennesimo record negativo nazionale sta nel «volume di denaro che l’Italia riceve rispetto agli altri Stati che è maggiore» spiega Venegoni. Roma, insieme a Madrid, è il principale beneficiario dei fondi del Next Generation EU, con 191,5 miliardi di euro tra garanzie e prestiti destinati al Pnrr italiano.

Il rapporto Eppo indica un netto aumento delle indagini aperte in Europa, 1.371, il 58% in più rispetto allo scorso anno, con un danno complessivo stimato per il bilancio dell’Ue di 19,2 miliardi di euro. Di questi, il 59% è legato a gravi frodi transfrontaliere in materia di Iva.

«Sono frodi – osserva il procuratore europeo – dietro cui si nasconde a volte la criminalità organizzata, per la quale i fondi europei possono essere una fonte di finanziamento tutto sommato non particolarmente rischiosa perché sono reati di natura economica non facili da accertare».

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