Mense scolastiche italiane tra luci e ombre

Le luci sono il miglioramento della qualità dei menu proposti, ma si butta metà del cibo. Tra le ombre, secondo le indagini dei Carabinieri del Nas, è irregolare una su quattro per carenze igieniche, pasti ridotti, alimenti privi di tracciabilità.

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Mense scolastiche

Migliora la qualità dei pasti nelle mense scolastiche, ma i bambini non sembrano accorgersene, con il risultato che rifiutano la metà dei piatti che finiscono nel residuo dell’umido con i relativi aggravi sulla tariffa di smaltimento. Lo scenario emerge dal IXRating dei menu scolastici” di Foodinsider sullo stato del servizio, su un campione rappresentativo di un terzo delle mense italiane.

Rispetto all’anno precedente, la qualità nel 44% dei menu migliora, resta stabile nel 29,5%, ma cala nel 20%. A fare il “salto” di qualità sono i comuni che hanno rinnovato le gare d’appalto, come a Trento, Udine, Frosinone, Rieti e Siracusa. I dati 2023/24 sono messi a confronto con quelli degli ultimi 5 anni, a conferma di come la legge dei “Criteri ambientali minimi” in vigore dall’agosto 2020, abbia reso i menu proposti dalle mense scolastiche più sani e sostenibili, con una maggiore varietà di alimenti, con più biologico e legumi e prodotti locali.

Ma sono sempre di più gli alunni che hanno paura di assaggiare piatti nuovi e cercano rifugio nella pasta in bianco e nel pane; un alimento questo, la cui offerta è cresciuta in forme e varietà anche integrale, con farina di ogni tipo, anche con grani antichi o che ricostruiscono filiere locali.

Non mancano gli aspetti negativi nel menu, dove continua la crescita di utilizzo del cibo processato e cala la percentuale di pasto effettivamente consumato. A fare meglio sono le scuole che fanno educazione alimentare, con cucine interne, dove i bambini hanno più tempo per il pranzo e refettori meno rumorosi, ma anche dove la frutta è servita a metà mattina anziché a fine pasto.

E con l’analisi arriva anche la classifica delle città dove il menu ha saputo meglio interpretare l’alimentazione come strumento di salute, rispetto per l’ambiente e promozione del territorio. A vincere il trofeo 2024 su 60 comuni è Sesto Fiorentino, in Toscana (nel 2017 era al quint’ultimo posto); seconde, a pari merito, Parma e Fano, mentre Cremona rimane il miglior servizio in termini di abilità gastronomica dei cuochi. Segnali di ripresa al Sud, in particolare Bari e Brindisi e soprattutto Siracusa, che conquista 57 punti in più rispetto allo scorso anno.

Come ha detto la presidente di Foodinsider, Claudia Paltrinieri, nel menu a Sesto Fiorentino sono banditi plastica e piatti processati e il 73% degli alimenti viene dalla filiera corta, dall’extra vergine d’oliva degli uliveti di Sesto Fiorentino, Calenzano, Signa, Carmignano, alla trota della Lunigiana, al Cefalo della Laguna di Orbetello, alla pasta fresca del Mugello. Il Report ha confermato il Nord come l’area con il maggior numero di mense di alta qualità, con il 37% di comuni, contro il 28% del Centro e l’11% del Sud; un’area, quest’ultima, dove il tempo pieno a scuola non è molto diffuso e le poche mense che ci sono non hanno una lunga tradizione come al Nord.

A livello regionale, vincono Lombardia e Marche, rispettivamente con Cremona, Bergamo, Monza e Mantova, Fano, Ancona, Jesi e Macerata, al Centro e al Sud spiccano Frosinone, Siracusa e Rieti. Agli ultimi posti nella classifica di Foodinsider ci sono Pescara, Viterbo, Pisa, Alessandria, Potenza, Cagliari, Grosseto, Prato, Reggio Calabria, Novara e L’Aquila»

Tra le ombre che caratterizzano le mense scolastiche italiane i risultati delle indagini dei Carabinieri del Nas, che hanno evidenziato carenze igienico-strutturali, insetti e escrementi di roditori. Ma anche mancanza di autorizzazioni, pasti carenti per quantità e qualità, assenza di tracciabilità degli alimenti e omessa presenza di eventuali allergeni, essenziale per prevenire possibili reazioni allergiche specialmente nei bambini in quanto soggetti più fragili.

Sono le irregolarità riscontrate dai Nas in una mensa scolastica su quattro per un totale di 700 mense scolastiche controllate di ogni ordine e grado sia pubbliche che private, dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori e universitari. Si tratta dei primi risultati della campagna di controlli a livello nazionale avviata con l’inizio del nuovo anno scolastico dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute d’intesa con il ministero della Salute per verificare il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa di riferimento nel settore della ristorazione all’interno degli istituti scolastici.

Nel complesso, sono state accertate 225 violazioni amministrative o penali e irrogate sanzioni pecuniarie per 130.000 euro; nei casi più gravi, 5 gestori sono stati deferiti all’autorità giudiziaria ed è stato disposto il sequestro di punti cottura e delle dispense nonché di 350 chili di alimenti. Cibi che erano in cattivo stato di conservazione, privi di tracciabilità, scaduti o con etichettatura irregolare per un valore approssimativo di 5 milioni di euro.

A Treviso è stato posto sotto sequestro amministrativo un centro educativo per l’infanzia che gestiva bambini di età compresa tra 2 e 6 anni, trovato privo di autorizzazione all’esercizio della refezione scolastica e di registrazione sanitaria. A Pescara in un asilo nido è stata disposta l’immediata sospensione di tutte le attività di manipolazione e somministrazione di alimenti a seguito delle accertate carenze igienico-sanitarie e strutturali dei locali nonché della mancata autorizzazione all’attivazione della mensa. Mentre a Caserta il titolare di una ditta incaricata del servizio di fornitura vitto per la refezione scolastica è stato denunciato per frode nelle pubbliche forniture, in quanto è stato appurato che veniva apposta fraudolentemente l’etichetta della ditta sulle vaschette di pasti prodotti da altre aziende.

«Si tratta di attività di routine per noi – spiega il tenente colonnello dei Nas, Gianpaolo Greco -. Ovviamente ci concentriamo all’inizio dell’anno scolastico per dare subito un messaggio, ma i controlli proseguiranno. Vogliamo trasmettere questo messaggio, di stare attenti perché i controlli ci sono e ci saranno. Per non creare allarmismi sottolineo che i controlli che abbiamo fatto sono mirati su strutture in cui ritenevamo possibile la mancanza di requisiti grazie a segnalazioni delle Asl o dei cittadini, ai quali chiedo di continuare a comunicarci situazioni non a norma».

 

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