Criminalità digitale: in Italia crescono i furti di dati personali e bancari

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Cybercrime sicurezza digitale

La criminalità digitale in Italia è in piena attività, con la crescita da record dei furti dei dati sensibili e bancari delle persone, oltre diecimila nell’ultimo anno secondo il rapporto Clusit 2018 sulla sicurezza digitale.

I dati digitali rubati vengono utilizzati per compiere truffe o rivenduti al migliore offerente secondo un preciso tariffario. I dati anagrafici di un italiano valgono in media 2 euro, ma password, numeri di conto e carte di credito valgono decisamente di più vengono venduti dietro il pagamento in criptomonete o ricariche su conti correnti.

Secondo la Polizia postale sul dark web sono in crescita i numeri di carte di credito italiane: i dati completi compresi di “cvv” (ovvero il codice di verifica presente sul retro della carta di credito) vanno dai due ai sei euro, mentre una completa identità (compresa di codice conto, carta di credito e altri codici bancari) raggiunge i 18 euro, un account Paypal verificato può arrivare ad essere venduto anche a 500 euro, un account Skype 12 euro e per la compromissione di un semplice computer vengono chiesti 20 euro.

Per cercare di arginare il dilagare della criminalità digitale, si stanno allestendo le contromisure. A breve termine il Centro di protezionedelle Infrastrutture critiche del Paese allargherà la propria sfera d’azione anche a livello regionale alle piccole e medie imprese e alle strutture sanitarie, a partire dagli ospedali. Secondo Nunzia Ciardi, direttore della polizia postale, «negli ultimi tempi anche la criminalità organizzata è sempre di più attratta e specializzata nella cybercriminalità e nell’esfiltrazione di dati».

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