Lupo meno protetto in Europa: via libera del Coreper al cambio di status

La tutela garantita dalla Convenzione di Berna «passa da rigorosa a semplice» aprendo alla possibilità della caccia ai lupi. Protesta dell’Enpa che accusa von der Leyen.

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Lupo ph Carlo Frapporti Arch Serv Foreste e Fauna PAT 1

Cala il livello di protezione per i lupi in Europa: gli Stati membri alla riunione del Coreper hanno dato via libera all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna. La modifica della Convenzione declassa «la protezione del lupo da rigorosa a semplice».

Questo consente di garantire flessibilità in più per permettere di affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità negli Stati che ne hanno necessità, aprendo anche alla possibilità della caccia finora vietata.

Dal momento che la Convenzione di Berna è attuata mediante direttiva, resta salva la possibilità per gli Stati membri di mantenere una disciplina più forte per la riduzione dello status di protezione del lupo come previsto dalla Convenzione di Berna.

La decisione del Coreper non sarebbe stata all’unanimità: Spagna e Irlanda, secondo alcune fonti diplomatiche, hanno votato contro la proposta. Quattro le astensioni da parte di Cipro, Slovenia, Malta e Belgio. La proposta di modifica è stata avanzata dalla Commissione europea a dicembre 2023. Decisiva al raggiungimento della maggioranza qualificata è stata la decisione della Germania di sostenere la proposta, nonostante un’iniziale indecisione e la presenza dei Verdi nella compagine di governo. Berlino ha ottenuto insieme alla Svezia l’aggiunta di una dichiarazione nel verbale della riunione in cui viene specificato che la modifica dello status di protezione è specifica per il lupo e non può mettere in discussione la protezione di altre specie, a partire dagli orsi, altra specie nel mirino delle doppiette.

A quanto si apprende, il dossier sarà domani all’ordine del giorno del Consiglio Ue competitività come punto senza discussione per l’adozione finale da parte degli Stati membri.

La decisione ha fatto scattare la protesta delle associazioni animaliste: secondo l’Enpa, l’Ente nazionale protezioni animali, «la decisione è semplicemente vergognosa», ricordando che «con la legge 157 del 1992 l’Italia, lo volle specie particolarmente protetta e noi non vogliamo e non possiamo tornare indietro».

«Si tratta di una scelta che nulla ha a che vedere con la scienza e con la protezione della biodiversità sempre più in crisi – aggiunge l’Enpa -, ma sembra invece una “vendetta” della presidente Ursula Von Der Leyen contro i lupi, come quello “colpevole” di aver ucciso il suo pony e, per questo, condannato a morte. Pony che ricordiamo era privo di adeguate protezioni».

La decisione per l’Enpa «è una scelta che ci riporta indietro di decine e decine di anni, anche a livello culturale, e soprattutto che va contro la società civile, il mondo scientifico e i cittadini che chiedono, invece, maggior rigore nella protezione del lupo che si nutre in gran parte di selvatici, di ungulati e quindi di cinghiali di cui, nell’ignoranza generale, è il maggior predatore».

 

 

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