Interferenti endocrini: ancora nulla di fatto da Bruxelles

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trattamento antiparassitario in campo
La pubblicazione del nuovo regolamento dovrebbe avvenire il 15 maggio prossimo. Intanto battuta di arresto sul Glifosato, uno dei sospettati cancerogeni

 

trattamento antiparassitario in campoA Bruxelles non si discute solo di Ttip, il trattato di libero scambio commerciale euroamericanio, il cui contenuto è tenuto rigorosamente riservato e reso noto solo a pochi “eletti” e addetti ai lavori. Sul tavolo dell’Unione Europea e dei commissari c’è anche la normativa relativa alla definizione degli interferenti endocrini, che dovrebbe essere resa pubblica, con due anni di ritardo rispetto al previsto, durante il Collegio dei Commissari europei del prossimo 15 giugno, secondo quanto risulta al quotidiano francese Le Monde. 

Si tratta di un documento riservatissimo composto da oltre 250 pagine consultabile in una stanza riservata e solo alla presenza di controllori, senza la possibilità di inserire alcunché eccetto una penna e qualche foglio di carta per prendere appunti sommari durante un limitato lasso di tempo. Nel documento sono elencate le valutazioni di impatto delle conseguenze socio-economiche di questa regolamentazione delle sostanze chimiche che possono interferire con la sintesi, la secrezione, il trasporto, l’associazione, l’azione o l’eliminazione degli ormoni naturali del corpo, responsabili dello sviluppo, del comportamento, della fertilità, e del mantenimento dell’omeostasi cellulare. Dall’esposizione a questi inquinanti derivano patologie come il cancro, infertilità, diabete, obesità, problemi neuro-comportamentali. 

Gli interferenti endocrini sono dappertutto: se ne trovano in alte concentrazioni nei pesticidi, nei cosmetici o nelle materie plastiche. La regolamentazione di simili sostanze interessa diversi settori dell’industria, per un giro d’affari di miliardi di euro. In due normative europee, del 2009 e del 2012, si menzionano gli interferenti endocrini e si chiede il ritiro di qualsiasi prodotto che li contenga. Peccato che a tutt’oggi manchi una legislazione che li definisca in modo inequivoco.

Le lobby del mondo industriale sono preoccupate e stanno lottando per indebolire al massimo la prossima regolamentazione e un parziale successo di quest’azione del mondo della chimica europeo (e no solo) è il ritardo di quasi tre anni della pubblicazione del documento, chiedendo all’esecutivo europeo di produrre prima una analisi dell’impatto economico che avrebbe il ritiro dei prodotti nocivi. Svezia e Francia hanno avviato una battaglia legale che ha prodotto una sentenza della Corte europea di Giustizia, in cui il ritardo di Bruxelles è definito la «violazione di un obbligo», quello di pubblicare il contestato regolamento.

Oggetto del contendere sono i termini lessicali della norma, ad iniziare da quello di “potenza”, fortemente voluto dal mondo dell’industria e osteggiato dai gruppi rappresentanti il pubblico interesse che ne chiedono l’esclusione. Ciò per un semplice motivo: esistono sostanze la cui potenza come distruttori endocrini è bassa, ma l’esposizione quotidiana delle persone è molto alta, come nel caso dei pesticidi. Altri composti, invece, la cui potenza è molto alta, si trovano in concentrazioni tanto basse che la salute umana ne è meno intaccata. Permettere la messa in commercio di interferenti endocrini con bassa potenza è molto rischioso, perché la potenziale alta esposizione del pubblico li trasforma in veleni mortali. Senza contare che, come nel caso del Glifosato, le valutazioni europee esaminano unicamente il principio attivo, non i coformulati, la cui potenziale cancerogenicità è sempre superiore. Proprio sul Glifosato, i componenti del Comitato fitosanitario dell’Unione Europea non hanno raggiunto la maggioranza qualificata per la proroga del suo impiego come sostanza attiva alla base di centinaia di erbicidi. Fracia e Italia permangono contrarie al rinnovo per altri 9 anni della licenza d’uso, mentre Germania, Svezia, Slovenia e Portogalo sono per l’astensione. La prossima riunione del Comitato (a meno di riunioni straordinarie) dovrebbe avvenire a metà luglio, quando l’autorizzazione vigente per la commercializzazione del Glifosato sarà scaduta da un mese, aprendo così la via ad una bocciatura indiretta di un composto chimico sospettato di effetti cancerogeni, il cui bando definitivo potrebbe avvenire nel giro dei prossimi 18 mesi. Salvo colpi di mano da parte delle lobby e acquiescenze della Commissione Europea che nessuno può escludere.