Biocarburanti dagli oli alimentari usati e di frittura: siglata la collaborazione tra Eni e RenOils

L’Italia chiude il cerchio dell’economia circolare volto a favorire il recupero degli oli vegetali esausti sottoforma di nuovo biodiesel. Ancora troppe le famiglie che smaltiscono gli olii usati negli scarichi fognari. 

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Ancora un passo avanti per il recupero capillare dell’olio di cottura in Italia all’insegna di un percorso all’insegna dell’economia circolare: EniRenOils, il Consorzio nazionale degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, hanno siglato un accordo di collaborazione che permetterà al colosso petrolifero di ampliare la possibilità di impiegare gli oli alimentari usati nella produzione di biocarburanti di alta qualità.

L’olio esausto da cottura sarà utilizzato da Eni nella sua bioraffineria di Venezia, a Porto Marghera dove riesce a trattare quasi la metàdi quelli alimentari raccolti in Italia. L’obiettivo finale è aumentare la quota coinvolgendo anche le aziende di rigenerazione aderenti a RenOils, ma non solo.

L’accordo sottoscritto da Giuseppe Ricci, responsabile area raffinazione e marketing di Eni, e da Ennio Fano, presidente di RenOils, prevede anche la realizzazione di campagne d’informazione ed educazione ambientale per raccontare i vantaggi dell’utilizzo di oli esausti per la produzione di carburanti alternativi a quelli fossili e di progetti di sensibilizzazione delle associazioni di categoria, dei consumatori e ambientaliste. Un elemento fondamentale se si considera che attualmente gli oli esausti prodotti a livello domestico sono quasi interamente dispersi.

Le circa 75.000 tonnellate di olio alimentare di scarto raccolte nel 2018 dal Consorzio provenivano quasi esclusivamente dal settoredella ristorazione e dell’industria, che rappresentano insieme solo il 25% dell’olio esausto prodotto a livello nazionale. Dal conto complessivo mancano ben 205.000 tonnellate l’anno, la maggior parte finiscono diritte negli scarichi domestici incrementando i costi di manutenzione del sistema fognario e quelli degli impianti di depurazione, quando esistono.

RenOils dal 2016 è impegnato a contribuire in modo efficiente e partecipato alla gestione del sistema del riciclo degli oli esausti in Italia, incrementandone la raccolta. A oggi, sono 254 le associazioni e le imprese della filiera associate al Consorzio, a partire dai produttori di olio per uso alimentare, ai riciclatori e ai recuperatori del rifiuto. Inoltre, in collaborazione l’Università di Roma Tor Vergata, ha realizzato il primo sistema di monitoraggio del comparto degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti (R_O_S) che opera su base geografica ed è fruibile all’interno di una piattaforma web. Questo tracciamento è di fondamentale importanza ai fini dell’accordo con Eni per l’impiego degli oli vegetali esausti per la produzione di biocarburanti.

L’accordo siglato è un ennesimo tassello delle iniziative di Eni finalizzate a mettere in atto un circuito virtuoso di “economia circolare” per la raccolta di materie di scarto che vengono, una volta purificate e rigenerate, trasformate in biocarburanti di alta qualità presso strutture industriali nazionali, dando piena valorizzazione a una risorsa energetica nazionale.

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