Alluvione di Genova, più che fatalità tragica mancanza di manutenzione del territorio

0
628
alluione genova 2011 3 1
alluione genova 2011 3 1I fondi per prevenire i disastri ci sarebbero: secondo la Cgia le tasse ambientali in più di 20 anni hanno fruttato pagati 847,3 miliardi di euro, ma solo lo 0,86% è stato destinato alla salvaguardia del territori

Più che fatalità, la nuova alluvione di Genova e territori circostanti, la seconda dopo quella già disastrosa del 2011, è colpevole mancanza di manutenzione straordinaria e ordinaria del territorio.

Una manutenzione per cui i fondi ci sarebbero, visto che la Cgia ha definito uno “scandalo” l’utilizzo delle imposte ambientali pagate dai contribuenti italiani. Soldi, è bene ricordarlo, che le amministrazioni pubbliche dovrebbero impiegare per finanziare la realizzazione delle opere di protezione ambientale: invece, da più di venti anni vengono quasi totalmente utilizzati per “coprire” altre voci di spesa, spesso di carattere corrente.

Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA, «spesso ci sentiamo dire che questi disastri si verificano anche perché non ci sono le risorse per realizzare gli interventi di manutenzione del territorio e di messa in sicurezza dei corsi d’acqua. Purtroppo, le cose non stanno così. Nel 2012 le imprese e le famiglie italiane hanno versato all’Erario, alle Regioni e agli Enti locali la bellezza di quasi 47,2 miliardi di euro di tasse ambientali. Di questo importo, solo 463 milioni di euro, pari allo 0,98%, sono stati destinati alle attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte, vale a dire le opere e gli interventi per la messa in sicurezza del nostro territorio. I rimanenti 46,7 miliardi, invece, sono stati impiegati per altre finalità».

Purtroppo, questa situazione si trascina dall’inizio degli anni ’90. «Si pensi che in più di 20 anni – sottolinea Bortolussi – gli italiani hanno versato ben 847,3 miliardi di euro di tasse “verdi”: ebbene, solo 7,3 miliardi sono stati effettivamente destinati alla protezione dell’ambiente. Un’anomalia tutta italiana che qualcuno, soprattutto dopo l’ultima calamità accaduta a Genova, dovrebbe, almeno politicamente, darne conto».

E’ bene che i contribuenti sappiano che tutta quella sequela di imposte spesso sconosciute che “sborsano” quando fanno il pieno all’autovettura e quando pagano la bolletta della luce o del gas/metano, il bollo dell’auto o l’assicurazione dell’auto, non vanno a sostenere le attività di salvaguardia ambientale per le quali sono state introdotte, bensì a finanziare altre voci di spesa.

L’elenco delle tasse e delle imposte ambientali che grava sugli italiani è lunghissimo. I tre grandi capitoli su cui insistono le imposte “verdi” sono: energia, trasporti ed inquinamento.

Vediamone l’elenco:

Le imposte sull’energia

Sovrimposta di confine sul GPL

Sovrimposta di confine sugli oli minerali

Imposta sugli oli minerali e derivati

Imposta sui gas incondensabili

Imposta sull’energia elettrica

Imposta sul gas metano

Imposta consumi di carbone

Le imposte sui trasporti

Pubblico registro automobilistico (PRA)

Imposta sulle assicurazioni Rc auto

Tasse automobilistiche a carico delle imprese

Tasse automobilistiche a carico delle famiglie

Le imposte sulle attività inquinanti

Tributo speciale discarica

Tassa sulle emissioni di anidride solforosa e di ossidi di zolfo

Tributo provinciale per la tutela ambientale

Imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili


Gettito delle imposte ambientali in Italia per destinazione (valori in milioni di €)

Anno

TOTALE GETTITO
IMPOSTE
AMBIENTALI

di cui: destinato a spese protezione ambiente

(1)

di cui: non destinato a spese protezione ambiente

(2)

Inc. % spese destinate al finanziamento della spesa per protezione ambiente

1990

22.353

0

22.353

0,00

1991

27.474

0

27.474

0,00

1992

29.000

0

29.000

0,00

1993

29.435

79

29.356

0,27

1994

31.128

73

31.055

0,23

1995

34.121

112

34.009

0,33

1996

35.037

376

34.662

1,07

1997

36.362

423

35.939

1,16

1998

36.759

424

36.335

1,15

1999

39.344

371

38.973

0,94

2000

37.863

423

37.440

1,12

2001

37.885

408

37.477

1,08

2002

37.445

383

37.062

1,02

2003

40.100

377

39.723

0,94

2004

39.366

382

38.984

0,97

2005

40.147

404

39.743

1,01

2006

41.340

416

40.924

1,01

2007

41.443

446

40.997

1,08

2008

39.473

441

39.032

1,12

2009

40.709

442

40.267

1,09

2010

40.746

424

40.322

1,04

2011

42.544

437

42.107

1,03

2012

47.257

463

46.794

0,98

         

Periodo cumulato
1990-2012

847.331

7.304

840.028

0,86

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Istat

Note su gettito delle imposte ambientali per destinazione – In base alla destinazione del gettito vengono distinte due tipologie di imposte: (1) imposte specifiche, ossia “imposte di scopo” il cui gettito è destinato a finanziare spese per la protezione ambientale; (2) altre imposte ambientali, ossia imposte il cui gettito non è utilizzato per finanziare le spese per la protezione ambientale.

Mestre 10 ottobre 2014