Le elezioni regionali e comunali del 2 e 3 aprile che si sono svolte in Friuli Venezia Giulia hanno visto il netto successo del centro destra sul centro sinistra, culminate nell’affermazione politica e, soprattutto, personale del rieletto governatore uscente, Massimiliano Fedriga, che ha doppiato il suo sfidante di centro sinistra, Massimo Moretuzzo, sostenuto da un’alleanza fondata su Pd e M5s.
Fedriga si è presentato alle elezioni in Friuli Venezia Giulia forte di una notevole credibilità personale, un percorso politico chiaro a sostegno della valorizzazione dell’Autonomia speciale della regione, attento alle esigenze del sistema economico e sociale della sua realtà.
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Interessante notare come proprio la forza del candidato governatore, che si riflette anche nell’affermazione della propria lista personale Fedriga Presidente con il 17,7%, abbia evitato il tris del superamento di Fratelli d’Italia ai danni della Lega salvinana, celebrato alle elezioni politiche del settembre 2022 e alle regionali in Lombardia del febbraio scorso.
Quella del Friuli Venezia Giulia è il secondo successo del 2023 in una competizione regionale da parte del centro destra. Bisognerà vedere come chiuderà l’anno con il terzo appuntamento di rinnovo di una regione, il Trentino Alto Adige, il prossimo 22 ottobre, perché al momento il centro destra si presenta, soprattutto in Trentino, ancora profondamente diviso tra le sue due anime principali.
Fratelli d’Italia non fa mistero di volere per un proprio esponente la carica di presidente della provincia di Trento, anche conscio del fatto che quello uscente, il leghista Maurizio Fugatti, è il più debole e quello con minori successi da presentare agli elettori dei tre presidenti di regione che si sono presentati al giudizio degli elettori.
Fratelli d’Italia è conscia dei limiti del candidato presidente uscente e cerca di evitare di partecipare ad una competizione elettorale in condizioni di debolezza, con il rischio di fare vincere il centro sinistra che presenta sì un candidato unitario ma sulla cui testa pendono pesanti problemi di ordine giudiziario, con una condanna in primo grado dalla Corte dei conti per danno erariale (con la segnalazione alla Procura della Repubblica per gli estremi del dolo) che pare essere stata confermata pure in appello.
In Trentino la situazione è ad un punto di svolta: o il centro destra riesce a coalizzarsi su un candidato unitario diverso dai due finora messi in lizza, oppure è condannato a fare vincere il centro sinistra, che di suo ha forti problemi di coesione al suo interno.
Senza storia la disfida in Alto Adige, dove il governatore uscente, Arno Kompatscher, espressione della Svpricandida per la terza volta con fortissime possibilità di succedere a sé stesso, lasciando al centro destra italiano solo la funzione di testimonianza etnica, sempre che il suo ruolo non venga ripreso dal centro sinistra, sempre per ruggini e divisioni interne al centro destra.
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