Nonostante la velocità di approvazione quasi rocambolesca a governo appena insediato, l’efficacia della manovra finanziaria 2023 è praticamente lettera morta, i quanto mancano ancora all’appello ben 107 decreti attuativi che ne regolano l’applicazione puntuale delle singole norme.
Così è ferma l’erogazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo delle ciclovie urbane, fermi i contributi per la realizzazione della tratta M4 di Milano, ancora fermo anche il Fondo per la sovranità alimentare, fermo il pianocomplessivo delle opere connesse alle Olimpiadi 2026 Milano-Cortina, così come l’indicazione delle tratte da finanziare per il potenziamento della SS 4 Salaria e della Statale Jonica.
Tra decreti ministeriali, Dpcm e atti dell’Agenzia delle entrate, dei 116 provvedimenti attuativi previsti dalla manovra finanziaria 2023, a due mesi e mezzo dall’approvazione ne mancano ancora all’appello 107: il dato è contenuto nel monitoraggio condotto dal Servizio per il controllo parlamentare della Camera e sul sito dell’Ufficio per il programma di governo della presidenza del Consiglio.
Non per tutti i decreti è prevista una data precisa per l’entrata in vigore, ma dei 60 provvedimenti che invece hanno un termine fissato dalla legge, una trentina sono ad oggi già scaduti. E’ il caso proprio della M4 di Milano, ma anche delle remunerazioni aggiuntive per il rimborso alle farmacie dei medicinali erogati in regimedi Ssn, del riparto dei contributi a favore delle vetrerie di Murano, dell’erogazione delle risorse del Fondo per il turismo sostenibile e di quello per il reddito alimentare. Esempio su tutti, non tanto per la gravità del ritardo, quanto per la polemica scatenata al momento dell’approvazione della norma, è quello della Carta giovani, che ha sostituito l’App18. A 60 giorni dall’entrata in vigore della manovra finanziaria 2023, quindi entro il 2 marzo scorso, era prevista l’emanazione del decreto del ministero della Cultura, di concerto con Mef e Istruzione, per fissare i termini e le modalità di concessione e di utilizzo delle due novità: la Carta della cultura giovani, appunto, e la Carta del merito. Ma al momento ancora nulla.
E’ arrivato in tempo invece, la scorsa settimana, il decreto del ministero dell’Economia che ha istituito il tavolosui Pos e sui relativi alti costi a carico delle aziende (oltre 5 miliardi secondo Confesercenti), convocato venerdì prossimo.
Come spiegato nel monitoraggio della Camera, il processo legislativo in Italia è «da tempo caratterizzato dalla presenza di un’elevata percentuale di fonti primarie, leggi o atti aventi forza di legge, contenenti molte normeche demandano la disciplina di numerosi e rilevanti aspetti della materia su cui intervengono a successivi attisecondari, senza i quali l’intervento normativo che si è inteso produrre non può esplicare pienamente i proprieffetti». Una prassi negativa che ha portato alla «conseguenza limite di tradursi in misure la cui concretarilevanza per i cittadini e le imprese è, di fatto, differita, se non vanificata, essendo subordinata all’effettivaattuazione attraverso l’adozione di norme secondarie». Che spesso finiscono lettera morta.
Durante la XVIII Legislatura caratterizzata dai governi Conte I, Conte II e Draghi, sono state nel complesso approvate 315 leggi e sono stati emanati 146 decreti legge, 164 decreti legislativi e 17 regolamenti di delegificazione, con la previsione di ben 2.271 provvedimenti attuativi. Guardando alla prima fase del governoMeloni, tra il 23 ottobre 2022 e il 10 gennaio di quest’anno, nelle 15 sedute del Consiglio dei ministri, sono stati invece complessivamente deliberati 38 provvedimenti legislativi: 14 decreti legge, 17 decreti legislativi e 7 disegni di legge. Dei 16 provvedimenti legislativi di iniziativa del governo, solo 6 sono “auto-applicativi”, mentre i restanti 10 rinviano nel complesso a 135 provvedimenti attuativi, di cui la stragrande maggioranza (116appunto, ossia l’86%) sono riferibili proprio alla manovra finanziaria 2023. Campa cavallo.
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