Divieto di vendita auto con motore a combustione: Commissione Ue battuta

Il governo Meloni coalizza la minoranza di blocco con Germania, Polonia e Bulgaria, impedendo la ratifica del divieto al 2035. Per l’automotive europeo pericolo scampato.

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divieto di vendita auto

Il divieto di vendita auto con motore a combustione sul solo territorio europeo a partire dal 2035 torna ai box di partenza, in quanto la Commissione europea ha dovuto rimangiarsi la decisione votata anche da un Parlamento europeo spaccato grazie alla decisa opposizione del governo Meloni che è riuscito a coalizzare sul “No” al divieto voluto dalla maggioranza socialambientalista della Commissione una minoranza di blocco.

Di fatto, di un eventuale divieto di vendita auto con motori termici se ne parlerà nella prossima legislatura, visto che il 2023 è un anno di transizione che porta alle elezioni nella primavera del 2024.

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Di fatto, per la filiera automotive europea è scampato pericolo, e anche le case costruttrici dovranno rivedererapidamente i loro piani di svilupporallentando la corsa verso l’elettrificazione spinta e riaprendo agli investimenti sull’ulteriore ottimizzazione dei motori a combustione – a partire dal gioiello tecnologico del Diesel– e dello sviluppo e diffusione dei carburanti a ridotto contenuto di carbonio, sviluppati dall’industria petrolifera europea ed italiana in particolare.

Calcisticamente parlando, si potrebbe dire che Italia batte Commissione 3 a 0, e il prossimo tempo della battaglia riguarderà, sempre nel settore automotive, il passaggio dallo standard Euro 6 a Euro 7, che apporterebbe solo ridotti miglioramenti alla riduzione delle emissioni, ma a costo di un deciso aumento del costo dei veicoli, oltre ad un sostanziale aumento dei consumi, che poi si riverberano sull’incremento delle emissioniAltra tappa sarà l’obbligo di riqualificazione energetica al 2033 degli immobili, che comporterebbe una spesa di circa 30.000 euro ad unità immobiliare, sempre che si trovino le imprese e i materiali per adempiere.

Insomma, per il fantasmagorico piano “Fit for 55” si stagliano i titoli finali di una stagione combattuta a senso unico dai talebani della sostenibilità ambientale, scenario destinato ad essere smontato pezzo per pezzo dagli sforzi per ricondurre alla mera realtà scientifica dopo l’ubriacatura dell’ideologia ecologista.

Oggi, il Coreper, l’organo che riunisce gli ambasciatori permanenti presso l’Unione europea, ha deciso di rinviare sine die il voto previsto per oggi sul divieto di vendita auto nuove con motore termico dal 2035, dopo il precedente slittamento del 1° marzo.

Il punto è stato tolto anche dall’agenda del Consiglio europeo del 7 marzo, che doveva dare l’approvazione finale e verrà rimandato a una successiva sessione del Consiglio. Di fatto, essendo venuta meno la maggioranza minima per approvare il provvedimento, di questo se ne potrà parlare solo nella prossima eurolegislatura.

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