Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulleproposte legislative del pacchetto “Fit for 55” che ridurrà ulteriormente le emissioni legateall’autotrasporto che sarà sottoposto alla norma sugli Ets.
Si tratta di un accordo provvisorio, nel quale è stato concordato di aumentare al 62% l’ambizionecomplessiva di riduzione delle emissioni entro il 2030 nei settori coperti dall’EU-Ets, di diminuire il massimale complessivo delle emissioni su due anni rispettivamente di 90 e 27 milioni di quote e di aumentare il tasso di riduzione annuale del massimale del 4,3 % all’anno dal 2024 al 2027 e del 4,4 % dal 2028 al 2030.
Secondo le prime stime rilevate da Conftrasporto, l’estensione al trasporto stradale del meccanismo di contrattazione delle emissioni ETS, attraverso l’incremento dei prezzi dei carburanti, genererà un sensibile aumento dei costi operativi delle imprese.
In particolare, l’aggravio dovrebbe attestarsi intorno a 1.500 euro all’anno per un furgone a gasolio, salendo fino a 6.000 euro per un veicolo pesante alimentato a GNL e, addirittura, raggiungendo quasi i 10.000 euro per un veicolo pesante a gasolio di ultima generazione.
«Da questo punto di vista, l’eventuale rinvio al 2028 dei nuovi oneri non ci rassicura più di tanto – commenta il presidente di Conftrasporto Confcommercio, Paolo Uggè -. Il settore del trasporto e dell’automotive è già eccessivamente gravato da oneri, in Italia, che limitano la capacità competitiva delle imprese nazionali e che occorrerebbe ridurre, certo non aumentare».
Il problema di fondo degli Ets è che sono titoli spesso sottoposti all’influsso della speculazione finanziaria, con il risultato che in Europa le quote di emissione costano più che altrove, spesso multipli di quelle dei paesi concorrenti, con significativi aggravi nella competitività del sistema manifatturiero continentale.
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