A Edolo in provincia di Brescia si è celebrata per l’Italia la Giornata mondiale della Montagna organizzata dal Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il supporto del polo Unimont dell’Università degli studi di Milano.
«Subito dopo l’approvazione della legge di bilancio, il Parlamento deve riprendere in mano la legge quadro sulla montagna. È una priorità per le “terre alte” dell’intero Paese alle prese con cambiamenti rapidi e profondi: non possiamo perdere altro tempo – ha detto Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, intervenendo a margine della celebrazione -. Vivere e fare impresa nei nostri territori è più complicato che altrove. È una considerazione che dovrebbe essere scontata ma sappiamo benissimo che non lo è, soprattutto per una politica spesso schiava della logica dei numeri. Forse per la prima volta siamo riusciti a mettere insieme tutte le forze vivedella montagna, pubbliche e private, per arrivare a un testo condiviso fatto di misure concrete per arrestare o quanto meno limitare il calo demografico».
Berton ricorda che il disegno di legge era stato adottato dal precedente esecutivo Draghi il 10 marzo scorso e poi trasmesso al Parlamento dove è stato incardinato in Commissione bilancio alla Camera: «c’erano anche le coperture previste con legge finanziaria del 2021, 100 milioni per il 2022, 200 per il 2023 e 2024. Mi rivolgo al ministro Calderoli e ai parlamentari di tutta la montagna italiana, di tutti i partiti, perché si facciano promotori di questo scatto d’orgoglio – continua Breton-. Si porti il testo in aula, si facciano le modifiche ritenute utili, ma si approvi presto. I nostri territori non hanno bisogno di assistenzialismo ma di strumenti ad hoc per invertire il trend demografico e la fuga dei giovani».
L’appello è raccolto dal senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, presidente della Nona Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato e sindaco di Calalzo di Cadore, nel corso del suo intervento al convegno della Giornata mondiale della Montagna: «la politica deve decidere se vuole adeguarsi allo “scorrere dell’acqua”, che vede i cittadini lasciare la montagna e le periferie per le città, o se vuole invertire la tendenza: bisogna mettere risorse per sostenere chi vive e presidia la montagna, ma anche adottare politiche che consentano alle comunità di svilupparsi economicamente, come i crediti di carbonio. La montagna deve passare dall’essere problema ad essere risorsa».
L’analisi di De Carlo parte dai dati sulla residenzialità delle popolazioni: 30 anni fa, il 70% dei cittadini viveva in aree rurali; oggi la percentuale è quasi pari, ma tra 30 anni il 70% vivrà nelle zone urbane.
«Con questi dati e questa tendenza, è difficile far percepire e capire anche allo stesso legislatore che la montagna non è solo un posto di villeggiatura. Il turismo è una risorsa importante, ma non è l’unica e – soprattutto – in montagna non si vive solo nei mesi turistici, anzi: è proprio nei mesi di “morbida” che si registrano i problemi maggiori, soprattutto in termini di servizi ai cittadini – ha continuato De Carlo -. Dall’altro lato, bisogna uscire dalla logica delle politiche “modello riserva indiana”: è necessario mettere tutti i cittadini nelle identiche condizioni, sapendo che ci sono realtàcome quelle montane dove i costi dei servizi, anche quelli essenziali, sono pesantemente diversi».
«È per questo – ha concluso De Carlo – che bisogna dare alla comunità locali le possibilità di sviluppare la propria economia già ora, perché non esiste autonomia senza risorse. Proprio in questo senso vanno i nostri emendamenti alla Finanziaria 2023 sui crediti di carbonio che possono portare veramente risorse e risposte concrete per gli enti montani».
Si vedrà nei prossimi giorni se gli appelli fatti alla Giornata mondiale della Montagna per sostenere le “terre alte” saranno raccolti dal Parlamento, già a partire dalla Finanziaria 2023.
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