Bianco & Nero: l’arresto dell’ex europarlamentare Pd-Articolo Uno Panzeri scoperchia il vaso di Pandora

Molto comune e diffuso a sinistra il vizietto di arricchirsi con la politica, sia in servizio che, soprattutto, da ex. Tanti politici si riciclano come lobbisti a favore di potentati stranieri. 

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Questa puntata de il “Bianco & Nero” di “ViViItalia Tv”, condotta dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore della Web Tv e de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, inizia occupandosi della stretta attualità.

Anche a sinistra il vizietto c’è, eccome: per molti politici in servizio e in quiescenza la pecunia non olet, anche in grande quantità come gli oltre 500.000 euro in contanti trovati in casa a Bruxelles di Antonio Panzeri, eurodeputato per tre legislature prima nelle fila del Pd e poi in quella di Articolo Uno di Speranza e compagni, arrestato dalla polizia belga con l’accusa di avere intascato tangenti da uno stato estero per facilitarne gli interessi presso gli organismi comunitari. Assieme al compagno che ha sbagliato, sono finite in galera in Italia anche la di lui moglie e figlia. In stato di fermo anche la vicepresidente del Parlamento europeo, la socialista greca Eva Kaili, compagna di un altro indagato, l’ex portaborse dello stesso Panzeri, Francesco Giorgi ed altri personaggi legati a due Ong fondate dallo stesso Panzeri, che annoverano tra gli aderenti, ma non indagati, altri personaggi del variegato mondo della sinistra.

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Mentre in Italia di quanto rimane del Pd il suo becchino Enrico Letta tuona contro l’innalzamento del tetto al contante a 5.000 euro – che è giusto la metà della soglia indicata dalla Ue – suoi autorevoli esponenti ne tendono in casa cento volte tanto. Qualcosa non gira per il verso giusto, complice il cortocircuito che impera tra gli alfieri del politicamente corretto, i maestrini con la penna rossa sempre pronti a criticare le pagliuzze negli occhi altrui salvo non accorgersi delle putrelle che sono conficcate nei loro.

E mentre a Bruxelles ci si accorge che il lobbismo – attività per altro legittima e regolare – unge e bisunge i giusti apparati e, forse, pure qualche politico di primo piano per fare approvare provvedimenti boomerang per la stessa economia e società europea – il sospetto è più che fondato: a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca – sarebbe il momento di sottoporre a seria revisione l’operato della Commissione presieduta da Ursula von der Leyden, il cui comportamento, dalla gestione degli acquisti dei vaccini ai piani per distruggere intere filiere produttive continentali – dall’auto all’alimentazione –, è stato più che opaco, necessitante di una considerevole iniezione di trasparenza e chiarezza a posteriori.

Ma Bruxelles non è il solo teatro dove politici in servizio attivo (uno su tutti: Matteo Renzi) e in quiescenza (tantissimi: dall’ex premier tedesco Schroeder a quello inglese Blair e perfino all’idolo abbronzato stelle e strisce Obama o al nostrano D’Alema) s’ingegnano per arrotondare le loro pensioni: c’è anche l’Italia dove si va con comparsate pagate a peso d’oro o con azioni di lobbismo per vendere ora navi militari, ora raffinerie di petrolio.

A il “Bianco & Nero” si parla anche della Manovra 2023 che ha preso il largo e anche quest’anno e sarà una procedura all’insegna del sostanziale monocameralismo, con il Senato chiamato solo a fare da notaio passivo per evitare di sforare nell’esercizio provvisorio che, in sé, non sarebbe poi quel male che tutti dipingono, visto che è più che normale che un Parlamento appena insediato con il relativo governo non abbia la possibilità di stare dentro i tempi canonici del provvedimento. Almeno si rispetterebbe quel principio di democrazia e di partecipazione di tutti gli eletti che negli ultimi tre anni è stato spesso strapazzato.

Nonostante Giorgia Meloni sia ancora nel periodo di luna di miele visto che è in carica da appena 40 giorni, molti si dicono delusi dalla mancanza di provvedimenti sostanziosi per il taglio della burocrazia e delle tasse volto a rilanciare l’economia e a dare slancio alle imprese tarpate dalla crisi pandemica e dalla guerra. Un po’ di pazienza, anche perché è allo studio una riforma fiscale che avrebbe del copernicano, con la possibilità di introdurre anche in Italia – dopo che è una realtà consolidata anche in Germania – la possibilità di accordi fiscali preventivi tra contribuenti ed erario tali da soddisfare le esigenze di tutti, chiarendo in anticipo il quantitativo di tasse da pagare senza alcuna possibilità di contestazione a posteriori. Staremo a vedere.

Buona visione de il “Bianco & Nero”.

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