Dal prossimo sabato 1° ottobre torna la giungla dei divieti antismog che variano da città a città, con divieti alla circolazione che, mediamente coinvolgono tutti i veicoli a standard Euro3 benzina e Euro4 Diesel, ma con la possibilità di coinvolgere anche gli Euro5 Diesel in alcune realtà o livelli d’inquinamento.
Il caso più eclatante dei divieti antismog è Milano, dove non potranno più circolare, nei giorni feriali, le auto a benzina con omologazione fino a Euro2 compresa e le Euro5 Diesel. E da Milano è probabile che la mannaia sui veicoli più vecchi si estenda rapidamente anche ad altre realtà.
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A Milano nella fascia oraria 7.30-19.30 dei giorni da lunedì a venerdì (festivi esclusi), all’interno dell’Area B (che, in pratica, coincide con il perimetro comunale ed è sorvegliata da 188 telecamere) non potranno più circolare le vetture fino a Euro2 benzina e fino a Euro5 Diesel, comprese le Euro4 dotate di filtro antiparticolato. Sempre dal 1° ottobre, inoltre, cessa l’esenzione generalizzata dal pagamento del ticket di accesso all’Area C (in pratica, al centro storico, il cui costo giornaliero è di 5 euro) per tutte le auto ibride. Lo sconto sarà applicato solo ai veicoli con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/km.
A Torino non possono mai circolare le Euro0 e Euro1 a benzina, le Euro 0, 1 e 2 Diesel, oltre alle Euro 0 e 1 bifuel (Gpl/metano e benzina). Dal lunedì al venerdì, nella fascia dalle 8.00 alle 19.00, si fermano anche le Euro 3 e 4 Diesel; il blocco delle Euro 5 a gasolio è previsto nel caso di superamento dei limiti delle sostanze inquinanti.
A Bologna e Modena dal lunedì al venerdì e la domenica dalle 8.30 alle 18.30 è vietata la circolazione delle auto fino a Euro2 a benzina, fino a Euro3 Diesel ed Euro 0 e 1 a Gpl e metano. L’amministrazione comunale sta valutando la possibilità di istituire di una tassa di circolazione locale (da 100 a 300 euro annui) che colpirebbe tutte le auto, Euro6 comprese, a eccezione solo di ibride ed elettriche. Peccato che gli amministratori di queste due città non abbiano letto gli ultimi studi indipendenti secondo i quali l’auto elettrica e ibrida inquina più di una moderna Euro6 Diesel.
In riviera, a Rimini ai divieti previsti da Bologna e Modena si aggiunge il blocco nell’intera provincia delle Euro4 Diesel dopo tre giorni di superamento dei limiti di PM10.
All’ombra delle Dolomiti, a Bolzano dal lunedì al venerdì (esclusi i festivi), nelle fasce orarie 7-10 e 16-19 è vietata la circolazione delle Euro 0 e 1 a benzina e delle Diesel fino a Euro 3.
A Padova fino al 30 aprile non possono circolare dal lunedì al venerdì (festivi compresi), dalle 8.30 alle 18.30, le Euro 0 e 1 a benzina e le Diesel fino a Euro 4. Dopo quattro giorni consecutivi di superamento della soglia di emergenza prevista per le polveri sottili scatta il blocco anche delle Euro 2 a benzina e delle Euro 5 Diesel.
In Veneto l’estensione del divieto di circolazione fino ai Diesel Euro 4 ha sollevato le proteste di chi con auto e furgoni ci lavora, specie quelli più recenti Euro 4 e 5, con circa una decina d’anni di vita sulle ruote.
Tutti i veicoli Diesel fino a Euro 4 (quelli immatricolati dal 2006 e fino al 2009) e i benzina Euro 1, sia privati che commerciali, non potranno circolare nemmeno in allerta verde. Se scatterà l’allerta arancione lo stop riguarderà anche i mezzi privati Euro 5 Diesel e quelli privati e commerciali Euro 2 benzina. E nel caso di allerta rossa, con le polveri sottili alle stelle, anche i veicoli commerciali Euro 5 Diesel resteranno fermi.
Come si vede, i divieti antismog riguardano solo la circolazione dei veicoli vecchiotti, che hanno una bassa responsabilità complessiva sul totale degli agenti inquinanti. Nulla si fa per controllare i maggiori colpevoli dell’inquinamento autunnale ed invernale, ovvero gli impianti di riscaldamento, con tante amministrazioni locali che non effettuano i controlli di loro spettanza. E sì che specie quest’anno, con il caro bollette e l’invito a ridurre di un grado la temperatura all’interno di abitazioni e luoghi di lavoro questo dovrebbe essere un imperativo, sia per ridurre la bolletta energetica nazionale che, soprattutto, l’inquinamento ambientale.
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