Aumento Iva: con l’aliquota al 22% i maggiori oneri ricadranno sulle famiglie del NordEst, con una spesa media maggiore di 110 euro all’anno

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Studio della Cgia di Mestre sulle ricadute negative dell’aumento della tassazione, che già con il passaggio dal 20 al 21% ha generato minori incassi per il fisco

La politica nazionale si sta incartando sul come far quadrare i conti nei prossimi tre mesi, presa tra il fuoco di un deficit lanciato al 3,1% e l’imminenza di aumenti dell’Iva dal 21 al 22% e alla scadenza del pagamento della seconda rata dell’Imu, oltre al finanziamento di altre spese pubbliche, tra cui le missioni all’estero e la cassa integrazione in deroga. La coperta è troppo corta per fare quadrare tute le necessità di bilancio, stante il fatto che nel 2013 il governo Letta ha dato il via a spese per circa 12 miliardi di euro, ma si è ben guardato dal tagliare parte della spesa pubblica costituita ormai da una massa di ben 810 miliardi di euro.

Insomma, tira aria di stangata,da qualunque parte si giri la questione. Se non si trova un miliardo entro la prossima settimana, scatterà inesorabilmente l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, con ricadute negative su una contingenza che al momento si sta aggravando, come dimostrano i dati Istat, con il Pil avviato ad una nuova, più ampia caduta del 1,7%. Secondo uno studio degli artigiani di Mestre, se l’aumento dell’Iva del prossimo 1 ottobre non sarà scongiurato, i maggiori oneri ricadranno sulle famiglie del NordEst, con un maggiore carico in ragione d’anno di circa 110 euro (e peggio stanno le famiglie della provincia di Bolzano, la cui maggiore spesa sarà di 135 euro su base annua, seguite a ruota da quelle venete con 113 euro, da quelle emiliano romagnole con 111 euro; meno peggio vanno le famiglie della provincia di Trento, con 106 euro e quelle del Friuli Venezia Giulia con 91 euro di maggiore spesa). Secondo la Cgia, le realtà meno colpite, invece, saranno quelle del Sud: in Calabria l’aumento medio annuo per nucleo famigliare sarà di 59 euro, in Sardegna di 57 euro ed in Sicilia di 50 euro. Il dato medio nazionale si attesterà attorno agli 88 euro.

“Ovviamente – commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – a subire gli aggravi maggiori saranno le realtà territoriali dove la propensione alla spesa delle famiglie è più elevata, anche se sappiamo che l’incremento dell’Iva inciderà maggiormente sui redditi famigliari più bassi e meno su quelli più elevati”.

Dalla Cgia si sottolinea che l’aumento di un punto dell’aliquota ordinaria dell’Iva dovrebbe garantire un maggior gettito nelle casse dello Stato pari a 4,2 miliardi di euro all’anno: 2,8 dovrebbero essere a carico delle famiglie, i rimanenti da attribuire agli enti non commerciali, alla pubblica amministrazione e alle imprese (nei casi dove non sussiste la deducibilità dell’imposta).

Tuttavia, il tema su come reperire le risorse per evitare l’aumento dell’Iva almeno per l’anno in corso rimane centrale e Bortolussi ritorna sulla proposta lanciata nei giorni scorsi: “se la pubblica amministrazione erogasse immediatamente altri 7 miliardi di euro di crediti incagliati potremmo incassare un ulteriore miliardo di euro di Iva entro la fine di quest’anno, che garantirebbe la copertura economica per finanziare il mancato aumento dell’imposta. L’ulteriore sblocco dei pagamenti darebbe un po’ di ossigeno a molte aziende ancora in difficoltà e non comporterebbe nessun problema ai nostri conti pubblici, visto che inciderebbe solo sul debito pubblico e non sul deficit”.


 

Aumento IVA dal 21% al 22%: aggravio medio annuo

per famiglia

Regioni

Numero
famiglie

Aggravio

(euro)

Provincia autonoma di Bolzano

211.500

135

Veneto

2.059.100

113

Emilia-Romagna

1.998.800

111

Lombardia

4.409.600

108

Valle d’Aosta

61.300

106

Provincia autonoma di Trento

229.800

106

Piemonte

2.023.500

103

Umbria

386.900

92

Friuli-Venezia Giulia

562.600

91

Toscana

1.645.700

90

Marche

644.000

89

Molise

131.000

84

Lazio

2.648.300

83

Abruzzo

562.600

79

Liguria

790.500

73

Basilicata

232.900

70

Puglia

1.577.400

66

Campania

2.155.700

61

Calabria

797.700

59

Sardegna

710.800

57

Sicilia

2.031.800

50

Nord-ovest

7.284.900

103

Nord-est

5.061.800

110

Centro

5.324.900

87

Sud

5.457.300

65

Isole

2.742.600

52

Italia

25.871.500

88

Elaborazione Ufficio Studi CGIA

Nota: i calcoli sono stati effettuati sulla spesa media delle famiglie così come rilevata dall’ISTAT nell’indagine annuale sui consumi delle famiglie. Si è ipotizzato che le abitudini sulla composizione della spesa non varino in seguito all’aumento dell’aliquota ordinaria IVA.

Mestre 20 settembre 2013

La spesa media mensile delle famiglie italiane (2012)

Spesa media mensile delle famiglie

alimentari e bevande

(a)

Spesa media mensile delle famiglie per prodotti NON alimentari

(b)

Spesa media mensile delle famiglie

(a+b)

Spese alimentari mensili al 21%

Spese NON alimentari mensili al 21%

AGGRAVIO D’IMPOSTA MEDIO ANNUO PER FAMIGLIA CON IVA AL 22%

   Bolzano

417,12

2.702,27

3.119,39

27,80

1.335,35

135

   Veneto

456,14

2.378,77

2.834,90

29,31

1.113,07

113

   Emilia-Romagna

456,50

2.377,92

2.834,42

28,27

1.087,17

111

   Lombardia

472,54

2.393,07

2.865,60

30,27

1.058,85

108

   Valle d’Aosta

423,82

2.180,59

2.604,41

26,29

1.042,85

106

   Trento

453,24

2.282,51

2.735,76

26,38

1.038,88

106

   Piemonte

471,79

2.160,41

2.632,20

28,59

1.012,02

103

   Umbria

499,52

1.950,24

2.449,76

28,94

903,71

92

   Friuli-V.G.

424,39

2.036,99

2.461,38

27,03

890,28

91

   Toscana

475,84

2.115,19

2.591,03

28,77

881,42

90

   Marche

471,52

2.037,00

2.508,52

25,96

869,80

89

   Molise

459,80

1.740,53

2.200,33

24,55

824,66

84

   Lazio

491,37

1.976,46

2.467,83

27,48

812,07

83

   Abruzzo

510,86

1.726,49

2.237,35

26,89

768,50

79

   Liguria

464,11

1.803,28

2.267,38

24,83

714,25

73

   Basilicata

450,90

1.456,65

1.907,55

23,36

681,04

70

   Puglia

447,19

1.450,79

1.897,98

24,36

641,55

66

   Campania

498,01

1.398,13

1.896,14

24,66

594,44

61

   Calabria

482,79

1.279,61

1.762,40

28,31

567,09

59

   Sardegna

440,18

1.438,59

1.878,78

23,44

554,89

57

   Sicilia

441,71

1.186,47

1.628,18

21,53

479,82

50

 

Nord-ovest

471,00

2.261,99

2.732,99

29,18

1.007,98

103

Nord-est

450,99

2.349,46

2.800,45

28,45

1.085,19

110

Centro

484,44

2.027,05

2.511,49

27,81

848,77

87

Sud

479,47

1.440,27

1.919,74

25,27

631,07

65

Isole

441,32

1.251,33

1.692,65

22,02

499,05

52

 

Italia

468,32

1.950,95

2.419,27

27,15

857,91

88

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Istat