“Bianco & Nero”: alla fine, Draghi s’è rotto e ha rassegnato le proprie dimissioni

Elezioni anticipate o avanti con un Draghi rimpastato? O con un nuovo traghettatore mattarelliano fino a scadenza naturale della legislatura? 

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elezioni politiche

Questa puntata de il “Bianco & Nero” arriva con un giorno di anticipo sulla consueta edizione del sabato per commentare la crisi di governo che si è aperta ieri con le annunciate dimissioni del premier Mario Draghi, che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha accettato, rispedendolo alle Camere per la parlamentizzazione che avverrà a partire da mercoledì prossimo.

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Quali scenari si aprono a seguito delle dimissioni di Draghi? Se ne possono aprire molti, a partire da quello più semplice del rimpasto di governo con l’uscita del M5s e proseguimento con quel che rimane della maggioranza precedente fino al termine della legislatura, visto che formalmente al Senato il governo ha superato, dopo la Camera, la fiducia posta sull’approvazione del “decreto Aiuti”.

Altro possibile scenario, stando ai retroscena che emergono nelle ultime ore, la conferma delle dimissioni irrevocabili di Draghi da cui consegue un bivio: o andare ad elezioni anticipate, soluzione auspicata nettamente solo da Fratelli d’Italia e in qualche modo accarezzata pure da Lega e Pd e non contraria per Forza Italia. Dall’altra parte, incaricare un traghettatore mattarelliano per portare il Paese alla scadenza naturale delle elezioni, con apertura delle urne a giugno del prossimo anno.

La scelta più lineare sarebbe la chiamata dei cittadini alle urne ora e subito, con la votazione a metà settembre, giusto a cavallo dell’apertura dell’anno scolastico, tale da consentire la rapida costituzione di un governo supportato da un’ampia maggioranza e, soprattutto, coesa, come quella che potrebbe scaturire dalla coalizione di centrodestra, data dai sondaggi ampiamente vittoriosa sul campo largo della sinistra, sempre più costellato di buche, l’ultima delle quali scavata proprio dal capetto pentastellato Giuseppi Conte. Certo, sarebbe una corsa contro il tempo per allestire la legge di bilancio nei termini di legge, ma si potrebbe pure sforare di un mese senza eccessivi rischi.

Andare avanti con un sequel di Draghi o di un traghettatore mattarelliano potrebbe sì fare scavallare la scadenza del 25 settembre per fare maturare l’agognata pensione parlamentare a senatori e deputati di prima nomina che difficilmente riusciranno nella rielezione, ma non avrebbe sicuramente quel colpo di reni indispensabile per rimettere il Paese in linea di galleggiamento dopo la tanta acqua imbarcata che ha rischiato di farlo affondare.

Comunque sia, la situazione è piuttosto intricata e la sola uscita dalla compagine di maggioranza del M5s non sarà sufficiente per raddrizzare la barra del governo, essendo la sua compagine eccessivamente eterogenea con obiettivi partitici spesso tra loro in contrasto.

Buona visione de il “Bianco & Nero”.

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