Peste suina africana: Assica impegnata per la difesa della filiera suinicola italiana

Il Mipaff stanzia 50 milioni per gli indennizzi. Ancora nessuna segnalazione di casi sui maiali da allevamento e nomina il commissario per l'emergenza. 

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peste suina africana

Cresce l’allarme peste suina africana in Italia, dopo i casi riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria, come anche in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa, anche se non è stato riscontrato alcun caso di contaminazione nella popolazione suina italiana. Tuttavia il Governo corre ai ripari stanziando indennizzi per 50 milioni di euro a favore del settore suinicolo e per quello turistico delle zone interessate e una task force interministeriale che coinvolgerà i ministeri delle Politiche agricole, Ambiente e Sanità e le regioni interessate.

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Intanto, è in vigore un’ordinanza congiunta dei ministri della Salute, Roberto Speranza, e delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, per fermare la diffusione della peste suina africana con il divieto per 6 mesi di ogni attività venatoria, salvo la caccia selettiva al cinghiale, pesca, trekking, mountain bike, cerca di funghi e tartufi nella zona infetta, individuata nell’area appenninica tra le province di Alessandria e Genova che comprende 114 comuni di cui 78 in Piemonte e 36 in Liguria. «L’ordinanza era inevitabile per rassicurare i produttori e l’export – ha detto Patuanelli -. Ora occorre senz’altro ragionare su dei ristori per il settore turistico che potrebbe essere colpito dai divieti delle zone interessate».

Intanto, il governo Draghi ha nominato Angelo Ferrari, direttore dell’Istituto sperimentale Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, come commissario per l’emergenza della PSA.

Nonostante non ci sia stato ancora alcun caso di contaminazione nella popolazione suina italiana, i casi di peste suina africana riscontrati nei giorni scorsi in alcuni cinghiali morti tra Piemonte e Liguria hanno attivato misure precauzionali alle frontiere di Cina, Giappone, Taiwan, Serbia, Messico, Sudafrica e Vietnam, dove è stato dato un temporaneo stop all’import di carni e salumiProdotto in Italia”, con previsioni sul comparto disastrose: l’Associazione industriali delle carni e dei salumi(Assica) stima un danno da mancate esportazioni di almeno 20 milioni di euro per ogni mese di sospensionedell’export italiano di settore che si attesta attorno a 1,5 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 500 milioni destinate fuoridell’Unione europea.

Per fare il punto sulla situazione, a “Focus” di “ViViItalia Tv” l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano il direttore di Assica, Davide Calderone, che riflette anche sulle conseguenze economiche della Psa sulla filiera italiana e le ricadute sull’export dei salumi italiani.

Buona visione.

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