Secondo la Cgia di Mestre gli effetti positivi potrebbero tradursi in 3,6 miliardi di euro di maggiore liquidità. Tocca alle banche trasferire alla clientela gli effetti della riduzione degli interessi
La Banca centrale europea (BCE) ha deliberato di abbassare dello 0,25% portandolo dal precedente 0,75 all’attuale 0,5% il tasso ufficiale di sconto: con questa decisione, l’ambizione è di facilitare la ripresa dell’economia continentale in un contesto d’inflazione praticamente inesistente.
“Finalmente un po’ di ossigeno per le famiglie e le imprese italiane. Con la decisione della BCE di ridurre il tasso ufficiale di sconto di 0,25 punti, i risparmi complessivi ammonteranno a 3,63 miliardi di euro all’anno” commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi. L’Ufficio studi dell’associazione artigiana mestrina, dopo aver esaminato la situazione debitoria delle famiglie e delle imprese italiane, ha quantificato i vantaggi economici derivanti dalla decisione presa dalla BCE: per le prime, la riduzione degli interessi comporterà un risparmio di 1,23 miliardi di euro all’anno; per le seconde, il vantaggio sarà di ben 2,39 miliardi euro.
Come si è giunti a questi risultati? A fronte di un livello d’indebitamento delle imprese nazionali nei confronti del sistema bancario italiano pari a 958 miliardi di euro (ultimo dato disponibile al 28 febbraio 2013), la riduzione del tasso ufficiale di sconto (Tus) allo 0,5% darà luogo ad una contrazione degli interessi annui a carico del sistema imprenditoriale italiano stimata in 2,39 miliardi di euro. Per ciascuna impresa, sottolinea la Cgia, la decisione della BCE consentirà una riduzione della spesa media annua pari a 461 euro.
Per le famiglie che hanno contratto un mutuo per l’acquisto di un’abitazione o di un bene mobile (debito complessivo di 499,1 miliardi di euro), il risparmio indotto dalla riduzione dei tassi di interesse sarà pari a 1,24 miliardi di euro. Il beneficio medio annuo in capo a ciascuna famiglia italiana è stato stimato in 49 euro.
“E’ bene precisare – sottolinea Bortolussi – che la riduzione del tasso di interesse stabilito dalla Banca centrale europea potrebbe non tramutarsi in una corrispondente contrazione del costo del denaro in Italia. Pertanto, i risparmi in capo alle famiglie alle aziende da noi calcolati potrebbero essere sovrastimati”. Uno scenario non del tutto irrealistico, visto che già nel recente passato il sistema bancario italiano, alimentato con provviste Bce all’1%, non ha trasferito queste condizioni al sistema economico nazionale, preferendo investire i denari presi a bassissimo tasso dalla Bce in comodi e remunerativi titoli di Stato, lucrando una ricca plusvalenza di sapore marcatamente speculativo mentre imprese e famiglie annaspano nella crisi economica
Se la riduzione del Tus dello 0,25% sarà recepita anche a livello bancario italiano, saranno gli imprenditori della Lombardia, del Trentino Alto Adige e dell’Emilia Romagna a “godere” dei maggiori vantaggi. In Lombardia, a fronte di un indebitamento complessivo pari a 259,6 miliardi di euro, ciascuna impresa beneficerà di una diminuzione media del costo del denaro pari a 796 euro all’anno. Per le aziende del Trentino Alto Adige (debito complessivo pari a 28,4 mld di euro), i minori costi per impresa saranno di 702 euro; in Emilia Romagna (con una esposizione bancaria di 105,8 mld di euro), il calo del costo del denaro consentirà di far risparmiare ad ogni singola impresa ben 630 euro all’anno.
Per quanto concerne le famiglie, saranno quelle lombarde a ricevere i maggiori benefici: a fronte di un debito di 111,2 miliardi di euro, il risparmio medio annuo ammonterà a 64 euro. Seguono quelle del Lazio che, con una esposizione di 60,2 miliardi, avranno un risparmio medio annuo di 58 euro, mentre al terzo posto di questa particolare graduatoria si piazzano quelle del Trentino Alto Adige: con un debito bancario che ammonta a 10,2 miliardi di euro, la riduzione media annua del costo del denaro farà risparmiare a ciascun nucleo famigliare residente in questa regione a statuto speciale ben 58 euro.
Risparmio medio annuo a fronte della riduzione dello 0,25% del Tasso ufficiale di sconto (TUS)
(miliardi di euro)
Famiglie (a) |
Imprese (b) |
Totale (a+b) |
1,24 |
2,39 |
3,63 |
Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Banca d’Italia, Istat, Infocamere |
Indebitamento Imprese: possibili effetti a fronte della riduzione dello 0,25% del Tasso Ufficiale di Sconto (TUS)
REGIONI |
Impieghi a imprese (**) al 28/02/2013 (mln. di euro) |
Stima (*) riduzione interessi annui |
|
Risparmio per sistema imprese |
Riduzione media annua per impresa (euro) |
||
ABRUZZO |
15.501 |
38,8 |
299 |
BASILICATA |
4.003 |
10,0 |
188 |
CALABRIA |
9.040 |
22,6 |
147 |
CAMPANIA |
38.282 |
95,7 |
204 |
EMILIA-ROMAGNA |
105.808 |
264,5 |
630 |
FRIULI-VENEZIA GIULIA |
18.188 |
45,5 |
476 |
LAZIO |
106.967 |
267,4 |
573 |
LIGURIA |
21.101 |
52,8 |
377 |
LOMBARDIA |
259.658 |
649,1 |
796 |
MARCHE |
27.242 |
68,1 |
437 |
MOLISE |
2.180 |
5,5 |
174 |
PIEMONTE |
61.757 |
154,4 |
379 |
PUGLIA |
28.681 |
71,7 |
216 |
SARDEGNA |
12.631 |
31,6 |
219 |
SICILIA |
30.825 |
77,1 |
206 |
TOSCANA |
69.052 |
172,6 |
480 |
TRENTINO-ALTO ADIGE |
28.435 |
71,1 |
702 |
UMBRIA |
13.780 |
34,4 |
419 |
VALLE D’AOSTA |
1.711 |
4,3 |
357 |
VENETO |
103.232 |
258,1 |
579 |
ITALIA |
958.076 |
2.395,2 |
461 |
Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Banca d’Italia e Infocamere
(*) Il calcolo è stato realizzato ipotizzando che la riduzione del tasso di riferimento di 1/4 di punto (da parte della BCE) si trasferisca in egual misura sui tassi al dettaglio.
(**) Società non finanziarie + famiglie produttrici.
Indebitamento Famiglie: possibili effetti a fronte della riduzione dello 0,25% del Tasso Ufficiale di Sconto (TUS)
REGIONI |
Impieghi a famiglie (**) al 28/02/2013 (mln. di euro) |
Stima (*) riduzione interessi annui |
|
Risparmio per le famiglie |
Riduzione media annua per famiglia (euro) |
||
ABRUZZO |
8.589 |
21,5 |
39 |
BASILICATA |
2.342 |
5,9 |
25 |
CALABRIA |
8.273 |
20,7 |
26 |
CAMPANIA |
29.808 |
74,5 |
35 |
EMILIA-ROMAGNA |
42.745 |
106,9 |
54 |
FRIULI-VENEZIA GIULIA |
10.480 |
26,2 |
47 |
LAZIO |
60.249 |
150,6 |
63 |
LIGURIA |
13.326 |
33,3 |
42 |
LOMBARDIA |
111.232 |
278,1 |
64 |
MARCHE |
13.353 |
33,4 |
52 |
MOLISE |
1.463 |
3,7 |
28 |
PIEMONTE |
37.310 |
93,3 |
46 |
PUGLIA |
23.842 |
59,6 |
38 |
SARDEGNA |
10.063 |
25,2 |
36 |
SICILIA |
28.540 |
71,3 |
35 |
TOSCANA |
35.031 |
87,6 |
54 |
TRENTINO-ALTO ADIGE |
10.218 |
25,5 |
58 |
UMBRIA |
6.747 |
16,9 |
44 |
VALLE D’AOSTA |
760 |
1,9 |
31 |
VENETO |
44.768 |
111,9 |
55 |
ITALIA |
499.138 |
1.247,8 |
49 |
Elaborazione Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Banca d’Italia e Istat
(*) Il calcolo è stato realizzato ipotizzando che la riduzione del tasso di riferimento di 1/4 di punto (da parte della BCE) si trasferisca in egual misura sui tassi al dettaglio.
(**) Famiglie consumatrici.