Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il 21 ottobre sarà celebrata la 97a Giornata Mondiale del Risparmio, da sempre organizzata da Acri, l’Associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di risparmio Spa, unitamente aòòa presentazione dell’indagine “Gli Italiani e il Risparmio”, che da oltre vent’anni realizza insieme a Ipsos.
I principali risultati sono suddivisi in due macroaree: la prima, comune a tutte le rilevazioni (dal 2001 al 2020), consente di delineare quali siano oggi il livello di soddisfazione per la propria situazione economica e tenore di vita, l’atteggiamento e la propensione verso il risparmio, evidenziando i cambiamenti rispetto al passato; la seconda è focalizzata sul tema specifico della Giornata “Risparmio privato e risorse europee per la ripartenza del Paese”.
Lo scenario 2021 è diverso da quello di 12 mesi fa sotto diversi punti di vista. Il senso di pericolo e minaccia derivante dal Covid-19 si è notevolmente ridotto, per quanto ancora presente, inducendo più della metà degli italiani (54%) a pensare che il peggio sia alle spalle e che l’emergenza sanitaria abbia una fine sempre più prossima.
Questo induce a focalizzare sempre più l’attenzione su dinamiche, progetti, preoccupazioni di matrice economica, ampliando le proprie prospettive verso un orizzonte a medio termine.
L’effetto “rimbalzo”, successivo al periodo più critico dell’emergenza sanitaria ed economica, è particolarmente evidente dall’andamento della fiducia per il clima economico, per quanto stemperato da una certa cautela sullafiducia per il clima personale (fonte Istat).
Si conferma l’evidenza colta lo scorso anno: vi è un’ampia quota di italiani in grado di resistere alle difficoltà (38%), con una situazione economica in miglioramento (13%), accanto a una quota non trascurabile, e in crescita, che ha esaurito o si rende conto di essere prossima ad esaurire le risorse a propria disposizione, sottolineando gravi mancanze (49% vs 47% nel 2020).
Rimane sempre molto alta la percentuale di italiani che sono riusciti ad accumulare risparmi negli ultimi 12 mesi e che lo hanno fatto con tranquillità (45%) guardando soprattutto al futuro. Al contempo, però, è tornato a risalire, rispetto al 2020, il numero di famiglie che ha fatto ricorso a risorse proprie o a prestiti (19% vs 16% nel 2020), descrivendo quindi, una situazione meno rosea che ha portato ad associare il risparmio a un senso di sacrificio.
Altri due aspetti da evidenziare, rispetto allo scorso anno, sono: da un lato, gli aiuti europei e il PNRR, dall’altro, la fiducia nel Governo e nel suo operato, che portano il 40% degli italiani ad intravedere prospettive di miglioramento per l’Italia e l’Europa nei prossimi anni.
Il cambio di scenario contribuisce a far maturare la consapevolezza del legame esistente tra risparmio privato e rafforzamento del senso di compartecipazione allo sviluppo sociale e civile del Paese (79% degli italiani ritiene che sia fondamentale o importante vs 77% nel 2020).
Dalla ricerca gli italiani e il risparmio emerge forte e condivisa la necessità di un modello inclusivo che “non lasci indietro nessuno” nel recupero sociale: abbiamo visto, infatti, come l’uscita dall’emergenza sanitaria rischi di allargare la forbice tra chi sta meglio e chi invece è in difficoltà. In questo contesto ha una presa crescente il ruolo del non profit (per il 53% è fondamentale o importante) e, più in generale, dei corpi intermedi (per il 39% è fondamentale o importante), che aiutano a intercettare le criticità e a trovare soluzioni per affrontare i problemi di oggi e scongiurare quelli che verranno.
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