A “Fuori dal Coro” l’aumento Istat delle indennità dei consiglieri del Trentino Alto Adige

Nella trasmissione di Rete4 evidenziata la necessità di cambiare le norme che regolano gli aumenti automatici. 

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Non cessa di fare discutere il provvedimento varato nelle settimane prima della pausa estiva del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, con lo sblocco degli adeguamenti automatici all’inflazione delle indennità dei consiglieri, pari a 500 euro al mese. Una bella cifra, tale a quella che alcuni contratti privati riconoscono ai lavoratori nell’ambito della vigenza triennale, mentre ai consiglieri tocca ogni mese, per un totale di 6.000 euro/anno.

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La questione è finita sul tavolo della prima puntata della trasmissioneFuori dal coro” di Mario Giordano su Rete4, che ha spedito a Trento una sua inviata ad intervistare qualche consigliere provinciale trentino, non riuscendo a trarre un ragno dal buco se non qualche dichiarazione di prammatica, del tipo «cosa potevamo fare? Era un provvedimento obbligato». Particolare la reazione del leghista Devid Moranduzzo, che ha dimostrato all’inviata di Rete4 la sua verve sportiva, sfuggendo ai microfoni con un’insospettabile agilità.

ViViItalia Tv Trentino Alto Adige ha già evidenziato in una precedente puntata come il trattamento economico riconosciuto con le indennità mensili ai consiglieri di tutte le regioni italiane sia ormai eccessivo ed ingiustificato, specie per quegli esponenti di maggioranza il cui mandato si esplica solo nello schiacciare il pulsante di voto su decisioni già prese dalla giunta, rintuzzando ogni tanto le proposte delle minoranze. Un trattamento economico che non corrisponde affatto alle responsabilità derivanti dal loro mandato, che sono estremamente limitate.

Il ricco trattamento economico derivato da quello del Parlamento fu deciso all’epoca dell’attivazione delle regioni da parte di quelle sinistre che dovevano dare risposteconcrete” alla loro nomenclatura locale, facendola assurgere ad un livello quasi parlamentare. Una scelta decisamente sbagliata, quando semmai sarebbe stato opportuno prendere a riferimento quanto accade nei consigli comunali, dove agli eletti privi di incarichi di governo è erogato solo un gettone di presenza di importo ben più contenuto.

Ecco, anche ai consiglieri regionali privi di galloni di governo bisognerebbe applicare il sistema del gettone di presenza, 100-200 euro a seduta di aula o degli organismi assembleari, magari con l’aggiunta delle sole spese vive documentate sostenute per l’esercizio del mandato entro un tetto fisso annuale.

Ne guadagnerebbero tutti: dai cittadini con meno spesa per una classe politica spesso inadeguata e pure gli stessi eletti, non più additati come dei privilegiati, per i quali le odierne indennità possono essere paragonate ad un reddito di cittadinanza politico, inutile e controproducente.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.indennità

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