Elezioni del 3-4 ottobre: partiti già in fibrillazione

In lizza numerose città e anche alcuni seggi di Camera e Senato. Gli “aiutini” dei vari partiti di governo ai loro candidati. 

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Manca poco più di un mese alle elezioni del 3 e 4 ottobre 2021, quando saranno chiamati al voto alcune decine di milioni di elettori, con in lizza città grandi come Milano o Roma e anche alcuni seggi alla Camera e al Senato e tanto basta per mandare in pressione i partiti.

La politica è tornata a pieno regime e con essa anche le strategie delle varie forze politiche, soprattutto di governo (a qualsiasi livello), per aiutare i propri candidati di bandiera. S’intenda, tutto lecito, ma talvolta alcune decisioni, specie quelle che mettono mano alla cassa pubblica, fanno storcereil naso.

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Ecco a Roma il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenire a supporto dell’ex ministro alle Finanze, Roberto Gualtieri, in lizza per conquistare il Campidoglio di Roma. Con i fondi della regione, Zingaretti ha provveduto ad acquistare ad un’asta fallimentare un edificio ora destinato a sede di un’associazione di femministe di area Dem attive nel sostegno alle donne, che andava sgombrato, che ovviamente ringrazierannosentitamente il loro candidato di riferimento.

E che dire di quanto sta accadendo a Siena, dove alle elezioni suppletive del collegio alla Camera sta correndo niente meno il segretario Dem, EnricoStai SerenoLetta? Già il fatto che un Pisano concorra in un feudo dei Senesi fa storcere il naso. Ma la decisione di rimandare la conclusionedell’acquisito del Monte dei Paschi di Siena da parte di quell’Unicredit ora presieduto dall’ex ministro alle Finanze e già deputato del collegio di Siena, il Dem Piercarlo Padoan, lo fa addirittura arricciare, anche perché il passaggio del Monte ad Unicredit porta con sé circa 5.000 licenziamenti, molti dei quali proprio nel cuore del collegio elettorale dove corre Letta. Di qui la decisione di Unicredit, perfettamente legittima anche se l’Unioneeuropea spingeva per la rapida definizione della cessione del Monte dallo Stato ad Unicredit, di rimandare la definizione dell’operazione a dopo il ballottaggio. Si vedrà nelle urne se si elettori senesi si faranno menare loro per il naso.

Ma a rischiare alle elezioni c’è pure il leader della Lega, Matteo Salvini, che dopo aver ingoiato il rospo delle dimissioni del suo fedelissimo sottosegretario al ministero delle Finanze, Claudio Durigon, ora rischia grosso se non riuscirà a portare a casa una compensazione, come le dimissioni del ministro all’Interno, Luciana Lamorgese, oggettivamente inadeguata al ruolo ricoperto. Se Salvini, dopo il fallimento con Durigon e, prima, con Speranza, non riuscirà a portare a casa lo scalpo della Lamorgese, è destinato a fare i conti con una base della Lega in subbuglio, soprattutto quella originaria nordista, sempre più agitata per la mancata difesa degli interessi della parte più produttiva e avanzata del Paese.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.elezioni

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