Provincia di Trento, errore madornale utilizzare il Giro d’Italia per risalire la china politica

L’economia stenta a ripartire e la nuova tornata di aiuti provinciali scontenta molti. Anche la classe politica ci mette del suo: il terzo anno dell’era leghista è spompato come il suo principale protagonista. 

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Giro d'Italia

L’occasione del passaggio del Giro d’Italia in Trentino con ben due tappe è parsa troppo ghiotta alla politica locale per non farsela sfuggire: detto, fatto. E anche “Lo Schiacciasassi” ne approfitta.

Mercoled’ 26 maggio si corre una delle tappe che potrebbero decidere le sorti del Giro d’Italia con la salita sulle impervie rampe della Sega di Ala, con una pendenza media del 10% (e punte del 16%), 11,5 km spaccagambe per scalatori incalliti con rapporto ultracorto.

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Bene, al presidente della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti ha colto al volo la proposta fattagli dagli amministratori locali di provare in anteprima la salita. Una prova con l’aiutino di una bicicletta a pedalata assistita, ben altra cosa rispetto ad una bici da corsa a spinta solo muscolare.

Davvero un’altra epoca, rispetto ad un politico trentino di tutto rispetto e fieramente sportivo come l’indimenticato Mario Malossini (oggi parcheggiato alla vicepresidenza dell’Aeroporto Catullo di Verona in quota provincia di Trento), che la bicicletta muscolare da corsa la sapeva fare andare, e tanto, e pure nelle giornate più intense della politica saltava piuttosto il pranzo che perdersi una bella corsetta rigenerante. Tutt’altra cosa rispetto al Giro d’Italia e ai politici di oggi.

Il caso sportivo è utile per un parallelo con la politica locale, dove la maggioranza di centro destra che guida l’Autonomia speciale del Trentino è sempre più in affanno, tra transumanze di consiglieri da un partito all’altro e scarsa visione e programmazione sul futuro, un affanno di cui è principale testimoneproprio il presidente della provincia, che le tenta tutte pure di risalire la china discendente cui pare avviatoil terzo anno dell’era leghista alla guida dell’Autonomia speciale.

Il Fugatti imbolsito di oggi non emula nemmeno più il leghismo storico, quello di quelli che lo avevano duro che più duro non si può. Preferisce le scorciatoie, dalla bici a pedalata assistita per una fatica troppo grande per lui, alle nomine sulle varie poltrone pubbliche locali solo di fedelissimi chiudendo un occhio e, forse, anche due sull’effettiva capacità e competenza, per finire con riuscire ad essere pure scippato dalla concorrenza altoatesina della guida strategica del Mediocredito Trentino Alto Adige, andata in fumo per l’ennesima mancanza di visione strategica di medio periodo, con pesante danno per l’economia del Trentino. Con l’extra che il presidente appena da lui nominato alla guida del Mediocredito, Rainer Masera, preferisce dare le dimissioni senza neanche essere entrato in carica.

Ne va meglio su altri due cavalli di battaglia, quelli della lotta ai grandi carnivori, orsi e lupi in particolare. Se fosse per lui e per la Lega la situazione sarebbe già stata risolta scatenando le doppiette, ma non si può essendo fauna protetta internazionalmente e patrimonio indisponibile dello Stato. Ha tentato altre soluzioni pasticciate (come quella dell’orso “Papillon” catturato e fuggito due volte dal ricinto in cui era rinchiuso), buscandosi pure delle assurde ed ingiustificate minacce di morte – che vanno sempre e comunque condannate – dal mondo ambientalista più deteriore, tanto da costringere il Viminale ad appioppargli una scorta armata H24.

E che dire della nuova tornata di aiuti provinciali alla ripartenza dell’economia? Anche qui l’Autonomia speciale dell’era fugattiana non ne esce bene, ad iniziare dal fatto che arrivano con oltre due mesi di ritardo rispetto all’Alto Adigealtro governo e altro senso di Autonomia speciale – e con un cambio di forchetta temporale per calcolare la perdita del 30% che forse avvantaggerà gli operatori del turismo invernale, ma che finirà per penalizzare tutti gli altri, che sono oltre il 70% dell’economia provinciale, in quanto la timida ripresa dei primi mesi del 2021 non riesce sicuramente a compensare le ingenti perdite di tutto il 2020.

Di qui un consiglio da parte de “Lo Schiacciasassi” al presidente Fugatti: se ha intenzione di fare qualcosa, che sia a carattere sportivo o politico, prima si assicuri di avere il fisico e le capacità per poterlo fare. Altrimenti le brutte figure sono in agguato.

Fulminante, in questo caso, la matita di Domenico La Cava.Giro d'Italia

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