Presidenza Eni: in poco più di 6 mesi spesi 206.000 euro per spese di soggiorno e di viaggio

La strabiliante nota spese di Lucia Calvosa, nominata in quota grillina, avvocato e docente di diritto commerciale all’Università di Pisa, già consigliere di amministrazione de “Il Fatto Quotidiano” che già percepisce un’indennità annua di 500.000 euro lordi all’anno.

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C’è da rimanere esterrefatti nel leggere che nel solo volgere di poco più di sei mesi (dal 14 maggio al 31 dicembre 2020), la nuova presidente dell’Eni, Lucia Calvosa, avvocato e docente di diritto commerciale all’Università di Pisa, già consigliere di amministrazione del giornale fondato da Marco TravaglioIl Fatto Quotidiano”, non paga di un’indennità di carica da ben 500.000 euro lordi annui, ha presentato alla società energetica una nota spese di ben 206.000 euro. Una cifra decisamente mostre che ha fatto ruotare i rulli a “Lo Schiacciasassi”.

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Del totale della nota spese, 152.000 euro sarebbero riferibili a spese alberghiere e di trasporto, mentre 54.000 euro per le spese dell’alloggio di servizio assegnatole a Roma dall’Eni a partire da febbraio 2021. Una spesa che stride anche con quanto speso dalla presidente uscente Emma Marcegaglia, che nei quattro mesi e mezzo dell’esercizio della carica ha speso la “modicacifra di 21.000 euro.

Dalle note spese presentate da Calvosa, emerge come ella avrebbe soggiornato a Roma presso un hotel extralusso, dove il costo di una stanza varia da 500 a 3.000 euro a notte. Comunque sia, spendere 206.000 euro per alloggio e trasporti in soli 6 mesi e mezzo comporta un notevole impegno.

Sta di fatto che la nota spese della presidente Eni di nomina grillina con tanto di viatico travagliano sta facendo montare l’acidità di stomaco nei visceri di molti esponenti della base grillina, che non accettano l’imborghesimento dei propri vertici, finiti addomesticati dalle spire voluttuose del potere romano, blanditi a suon di ricche indennità e cotillon tanto che, scesi in forze nella capitale armati di apriscatole, una volta sperimentati gli agi del potere hanno rapidamente gettato l’apriscatole per armarsi di saldatore per chiudere a doppia mandata la scatola del tonno e legare con doppio strato di colla a presa rapida le proprie terga alla poltrona così rocambolescamente conquistata.

Ecco come la matita graffiante di Domenico La Cava interpreta la vicenda.eni

Per la serie che anche i “miglioriperdono il pelo ma non il vizio, c’è da sperare che qualcuno faccia comprendere alla presidente Eni che lei, considerata la disastrosa situazione economica del Paese, potrebbe ben accontentarsi di un forfait tutto compreso, anche in considerazione che la sua indennità è doppia a quella della massima carica dello Stato, il Presidente della Repubblica, che ha responsabilità ben più gravi delle sue. I cittadini ringraziano.

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