Consueta analisi condotta dal gruppo bancario Intesa Sanpaolo sui primi nove mesi del 2012: bene il Trentino Alto Adige, stabile il veneto, in calo il Friuli Venezia Giulia
Nel terzo trimestre del 2012 l’export dei distretti del Triveneto è rimasto fermo sui livelli dell’anno precedente. Ha pesato il forte calo del Friuli Venezia Giulia (-10,7%), mentre migliore è stato l’andamento del Veneto (+2,4%) e del Trentino Alto Adige (+10,8%). Segnali negativi vengono poi dai tre poli tecnologici del Triveneto che, in controtendenza rispetto alla media nazionale, hanno registrato una riduzione delle vendite estere. Pesano i dati negativi del biomedicale di Padova e dell’ICT veneto. Segnali di recupero, invece, vengono dall’ICT di Trieste. Questi, in estrema sintesi, i principali risultati che emergono dal tredicesimo numero del Monitor dei Distretti del Triveneto curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Nel terzo trimestre del 2012, i distretti del Trentino Alto Adige hanno riportato la miglior dinamica nel tessuto distrettuale italiano. In evidenza, le mele dell’Alto Adige (+16,7% nel terzo trimestre del 2012) che sono tornate a crescere nel loro principale mercato di sbocco, la Germania. Bene anche i due distretti vitivinicoli della regione (i vini rossi e bollicine di Trento e i vini bianchi di Bolzano) grazie alla spinta degli Stati Uniti. Nel complesso, Germania e Stati Uniti sono tornati a essere trainanti per le esportazioni della regione.
Positiva anche l’evoluzione dei distretti del Veneto che, nonostante la frenata in Germania, sono riusciti a crescere grazie ai buoni risultati ottenuti negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Cina, Russia ed Emirati Arabi Uniti. Si sono messi in evidenza l’occhialeria del Bellunese e due distretti agro-alimentari, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e i dolci e la pasta veronesi. In territorio positivo anche tutti i distretti del sistema casa della regione. E’ ancora presto per dire se il peggio sia stato superato: nel settore, infatti, è in atto un profondo processo di selezione e ristrutturazione e anche i distretti più dinamici sono lontani dal pieno recupero di quanto perso negli anni passati.
Meno positiva è stata l’evoluzione dei distretti del Friuli Venezia Giulia. Hanno pesato gli arretramenti accusati da tre importanti distretti della regione: la componentistica e termoelettromeccanica friulana, il mobile di Pordenone e le sedie e i tavoli di Manzano. Migliore è apparso l’andamento degli altri quattro distretti della regione, con aumenti di export significativi per i due distretti del sistema casa (elettrodomestici di Pordenone e coltelli e forbici di Maniago) e per i due dell’agro-alimentare (vini del Friuli e prosciutto di San Daniele). Complessivamente, i distretti della regione hanno conseguito buone performance negli Stati Uniti, in Francia e nel Regno Unito, oltreché in Polonia. Al contrario, hanno sofferto nel principale sbocco commerciale della regione, la Germania, e in due importanti nuovi mercati, la Russia e la Cina, dove ha subito pesanti cali di export la componentistica e termoelettromeccanica friulana.
La situazione a luci e ombre che emerge dai dati di commercio estero è completata dai dati non positivi sugli ammortizzatori sociali, che riflettono anche le notevoli difficoltà incontrate dalle imprese trivenete sul mercato interno. Nei primi undici mesi del 2012 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni si è mantenuto su livelli storicamente elevati, soprattutto per la componente straordinaria, attivata per situazioni di crisi strutturale delle imprese, e per quella in deroga, utilizzata dalle piccole e piccolissime imprese non coperte dalla CIG ordinaria. Il deterioramento e l’incertezza del quadro congiunturale esterno hanno poi portato a un nuovo aumento della CIG ordinaria, richiesta dalle imprese nelle fasi di ripiegamento ciclico.