Deposito rifiuti nucleari, ok alle aree idonee in 7 regioni

Ecco tutti i comuni coinvolti. NordEst escluso. Una decisione attesa da anni, nei prossimi mesi si aprirà la consultazione pubblica che terminerà con la scelta definitiva del sito. Un investimento da 900 milioni e migliaia di posti di lavoro. 

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La mappa nei puntini viola individua i comuni risultati idonei ad ospitare il deposito rifiuti nucleari a bassa e media radioattività prodotti in Italia.

È arrivato il via libera, con il nulla osta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell’Ambiente, alla Sogin per la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per l’insediamento del deposito rifiuti nucleari, atteso da anni per una gestione migliore e in maggiore sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti ogni anno in Italia. 

Dopo essere stato tenuto nei cassetti ministeriali addirittura sotto segreto di Stato e con sanzioni penali per chi l’avesse divulgato, la Carta individua i siti potenzialmente idonei in sette regioni (Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia).

Il deposito permetterà il confinamento definitivo dei rifiuti nucleari italiani di bassa e media attività. La Sogin è la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. I documenti pubblicati da Sogin sono frutto di «un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni – viene spiegato – che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo».

Le aree interessate dalla Cnapi – viene rilevato in una nota – per il deposito rifiuti nucleari sono «il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin (Ispettorato per la sicurezza nazionale e la radioprotezione), che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse».

Con la pubblicazione della Carta, ora «parte la fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all’esito della quale si terrà, nell’arco dei quattro mesi successivi il seminario nazionale». Sarà questo «l’avvio del dibattito pubblico vero e proprio che vedrà la partecipazione di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, durante il quale saranno approfonditi tutti gli aspetti, inclusi i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere. In base alle osservazioni e alla discussione nel seminario nazionale – viene rilevato – Sogin aggiornerà la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del ministero dello Sviluppo economico, dell’ente di controllo Isi, del ministero dell’Ambiente, e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il ministero dello Sviluppo economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee».   

Per la costruzione del deposito rifiuti nucleari nazionale si stima un investimento complessivo di circa 900 milioni di euro che genererà oltre 4.000 posti di lavoro all’anno per 4 anni di cantiere, diretti (2.000 fra interni ed esterni), indiretti (1.200) e indotti (1.000). Durante la fase di esercizio, invece, l’occupazione diretta è stimata mediamente in circa 700 addetti, fra interni ed esterni, con un indotto che può incrementare l’occupazione fino a circa mille unità.

Il deposito rifiuti nucleari nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avrà «una struttura a matrioska»: all’interno ci saranno «90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle dove verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati». In totale saranno circa 78.000 metri cubi di rifiuti a bassa e media attività a essere ospitati.

Ancora tutto da decidere per i rifiuti radioattivi ad alta attività, come quelli relativi ai contenitori del nocciolo dei reattori nucleari italiani dismessi, per i quali si parla di un deposito di estrema sicurezza da realizzare a livello europeo in una struttura che consenta il confinamento sicuro e lontano da qualsiasi forma di vita e falde idriche per migliaia di anni.

Questa la lista dei comuni potenzialmente candidati ad ospitare il deposito rifiuti nucleari nazionale.

Piemonte: Caluso (To), Mazzè (To), Rondissone (To), Carmagnola (To), Alessandria, Castelle (Al) o Monferrato (Al), Quargnento (Al), Fubine (Al), Quargnento (Al), Oviglio (Al), Bosco Marengo (Al), Frugarolo (Al), Novi Ligure (Al), Castelnuovo Bormida (Al), Sezzadio (Al)

Toscana: Pienza (Si), Trequanda (Si), Campagna (Gr).

Lazio: Ischia di Castro (Vt), Canino (Vt), Cellere (Vt), Ischia di Castro (Vt), Montalto di Castro (Vt), Canino (Vt), Tessennano (Vt), Tuscania (Vt), Arlena di Castro (Vt), Piansano (Vt), Tuscania (Vt), Piansano (Vt), Tessennano (Vt), Tarquinia (Vt), Soriano nel Cimino (Vt), Vasanello (Vt), Vignanello (Vt), Gallese (Vt), Corchiano (Vt).

Basilicata: Genzano di Lucania (Pz), Matera, Irsina (Pz), Acerenza (Pz), Oppido Lucano (Pz), Bernalda (Mt), Montescaglioso (Mt), Montalbano Jonico (Mt).

Puglia: Gravina in Puglia (Ba), Altamura (Ba), Laterza (Ta).

Sardegna: Siapiccia (Or), Albagiara (Or), Assolo (Or), Mogorella (Or), Usellus (Or), Villa Sant’Antonio (Or), Nuragus (Su), Nurri (Su), Genuri (Su), Setzu (Su), Turri (Su), Pauli Arbarei (Su), Tuili (Su), Gergei (Su), Las Plassas (Su), Pauli Arbarei (Su), Villamar (Su), Mandas (Su), Siurgus Donigala (Su), Segariu (Su), Guasila (Su), Ortacesus (Su).

Sicilia: Trapani, Calatafimi-Segesta (Tp), Castellana Sicula (Pa), Petralia (Pa), Butera (Cl).

Alla diffusione della Carta e delle regioni idonee ad ospitare il sito sono scattare le reazioni degli amministratori locali interessati, all’insegna della migliore logicaNimby”, non nel mio cortile di casa.

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